Le Hawaii non sono poi tuttoquesto paradiso, il cielo è grigio, il clima ventoso, e, in questo caso, sonola perfetta ambientazione per questo lungometraggio diretto da Alexander Payne, che di paradisiamari nè sà qualcosa, basta guardare Sideways o A propositodi Shmidt, (entrambi zeppi di ironia agrodolce), e se l’attore protagonista fa la differenza nei suoi precedentilavori, (JackNicholson nella parte del depresso pensionato è divertentissimo ePaul Giamatti che fa lo scrittore sfortunato è irresistibile), in Paradisoamaro, GeorgeClooney fà il film, cioè, se si prende Clooney, il cielo plumbeo, un'isoletta in mezzo all'Oceano Pacifico, una storia triste, il pacchetto è bello pronto e ben confezionato. Certola regia è ottima, e alcuni fotogrammi rimangono ben impressi, perchéemotivamente forti, come il tuffo in piscina, con pianto, della figlia che haappena saputo la notizia della morte della madre. Ma, apparte qualchelacrimuccia versata da un pubblico più sensibile (perché oggettivamente il tema della perdita di una madre commuove sempre) la storia non trascina, c’è sempre unmoralismo di fondo esagerato e il lieto fine è scontato.Tratto dal romanzo di KauiHart Hemmings (Newton Compton, con lo stesso titolo: in originale era TheDescendants, gli eredi, per un pezzo di terra incontaminata forse da vendereagli speculatori) è un incrocio di temi che sirincorrono e si incontrano in un unico personaggio principale. In camicia hawaiana eciabatte, George Clooney è Matt, avvocato stacanovista troppo preso dal suolavoro e dalla terra di suo possedimento, non si accorge che la famiglia va arotoli, la moglie lo tradisce, le figlie, un’adolescente ribelle e l’altradecenne troppo sveglia, crescono senza di lui, finchè la moglie, in seguito adun incidente in motoscafo, va in coma.Lui diventa improvvisamente l’unico genitore, e si trova a gestire una famiglia che noncapisce bene, la questione della terra, la morte e l’amante della moglie. Semprein ciabatte, Clooney interpreta benissimo il personaggio confuso e rammollito.Con un pizzico d’ironia, in conclusione, si ha l’impressione che Alexander Payne vogliaspiegarci come essere ricchi, belli, intelligenti e vivere alle Hawaii in unagrande villa con piscina, non comporti automaticamente essere un uomo felice, maal contrario si viva una vita piena di umanità e sofferenze.Un film ben fatto,ma con poca sostanza.voto: 6.5Voto redazione:------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Apeless: 6.5
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Le Hawaii non sono poi tuttoquesto paradiso, il cielo è grigio, il clima ventoso, e, in questo caso, sonola perfetta ambientazione per questo lungometraggio diretto da Alexander Payne, che di paradisiamari nè sà qualcosa, basta guardare Sideways o A propositodi Shmidt, (entrambi zeppi di ironia agrodolce), e se l’attore protagonista fa la differenza nei suoi precedentilavori, (JackNicholson nella parte del depresso pensionato è divertentissimo ePaul Giamatti che fa lo scrittore sfortunato è irresistibile), in Paradisoamaro, GeorgeClooney fà il film, cioè, se si prende Clooney, il cielo plumbeo, un'isoletta in mezzo all'Oceano Pacifico, una storia triste, il pacchetto è bello pronto e ben confezionato. Certola regia è ottima, e alcuni fotogrammi rimangono ben impressi, perchéemotivamente forti, come il tuffo in piscina, con pianto, della figlia che haappena saputo la notizia della morte della madre. Ma, apparte qualchelacrimuccia versata da un pubblico più sensibile (perché oggettivamente il tema della perdita di una madre commuove sempre) la storia non trascina, c’è sempre unmoralismo di fondo esagerato e il lieto fine è scontato.Tratto dal romanzo di KauiHart Hemmings (Newton Compton, con lo stesso titolo: in originale era TheDescendants, gli eredi, per un pezzo di terra incontaminata forse da vendereagli speculatori) è un incrocio di temi che sirincorrono e si incontrano in un unico personaggio principale. In camicia hawaiana eciabatte, George Clooney è Matt, avvocato stacanovista troppo preso dal suolavoro e dalla terra di suo possedimento, non si accorge che la famiglia va arotoli, la moglie lo tradisce, le figlie, un’adolescente ribelle e l’altradecenne troppo sveglia, crescono senza di lui, finchè la moglie, in seguito adun incidente in motoscafo, va in coma.Lui diventa improvvisamente l’unico genitore, e si trova a gestire una famiglia che noncapisce bene, la questione della terra, la morte e l’amante della moglie. Semprein ciabatte, Clooney interpreta benissimo il personaggio confuso e rammollito.Con un pizzico d’ironia, in conclusione, si ha l’impressione che Alexander Payne vogliaspiegarci come essere ricchi, belli, intelligenti e vivere alle Hawaii in unagrande villa con piscina, non comporti automaticamente essere un uomo felice, maal contrario si viva una vita piena di umanità e sofferenze.Un film ben fatto,ma con poca sostanza.voto: 6.5Voto redazione:------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Apeless: 6.5
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