
Ibis sacro adulto e giovane – Sacred ibis: to right a young – (Threskiornis aethiopicus ).
Due esemplari di Ibis sacri: a sinistra un adulto e a destra un giovane, facilmente riconoscibile dal collo grigio e bianco e la testa e il becco grigi.
La fotografia è stata realizzata a circa 1500 metri di distanza dalla Riserva Speciale Isolone di Oldenico, uno dei rari luoghi di nidificazione di questo uccello in Italia, e il primo sito italiano in assoluto che ha visto tale Ibis riprodursi allo stato libero.
Oldenico ( VC ) Piedmont. North Italy.
August 2008.
Camera Canon 350 EOS and tele 300mm Tokina with Kenko 2x.
© All Rights Reserved
http://www.flickr.com/photos/ilarius/2825933800/
Non nego di aver letto qualche libro di ornitologia e di birdwatching, per dirla in maniera fine,e di gustare di capire la differenza tra un passerotto e l’altro,come riconoscere se è un giovane o meno,e pure cercare di riconoscerne il canto.Non sono affatto esperto,ma come di tante altre variabili se vivo in un posto mi piace studiarne il territorio.
Scendevo un giorno di primavera umida da Biella verso Vercelli anni fa, sulla statale Trossi quando passato Quinto Vercellese ,dando la solita occhiata dopo il curvone sul Cervo alla sinistra..dopo le passeggiatrici…tra le risaie praticamente all’altezza del cosiddetto bivio di Quinto,vidi degli uccelli strani che non parevano gli aironi cenerini nè bianchi.
Ho l’abitudine di avere il binocolo in auto e puntandolo sugli uccelli mi stupiì e non solo il solo,come leggerete nell’articolo annesso del Corriere,di vedere degli Ibis che pensavo risiedessero in Egitto e più a sud.
Invece si vede che c’è fame anche là,ed oramai ne trovo dappertutto,volano di solito a coppie anche nei pressi del nostro cimitero,attraversano l’autostrada in aria all’altezza di Albano ed oltre il Sesia nel novarese,zona di Vicolungo più o meno.
Vedete quante belle possibilità faunistiche offrano le nostre zone.
Saper sfruttarle non è compito mio,ci sono l’Ente del Turismo,le Aree protette con i vari Parchi,ma così per curiosità però,mi piacerebbe conoscere il numero di quanti inglesi o stranieri vengano in visita, a vedere cosa abbiamo da offrire ad Albano,o a Trino…alla Partecipanza od a bersi un bicchiere di bianco fresco in qualche B&B situato in un castello degli Avogadro sparsi un pò dovunque nella nostra campagna.
I britannici, che sono maestri del birdwatching e che non disdegnano il vino od una grappa.
E noi che siamo ospitali….mentre il nostro commercio..langue…

+++
http://www.lamedelsesia.vc.it/Pp_AlbanoVc.asp
bilingue italiano ed inglese :
http://www.parks.it/parco.partecipanza.trino/
+++
In primavera arriva l’ ibis sacro Ma non si sa da dove provenga
In primavera arriva l’ibis sacro. Ma non si sa da dove provenga. Quando, all’inizio dell’estate 1989, un membro del Gruppo piemontese studi ornitologici vide nell’isolone di Oldenico, all’interno del parco regionale delle Lame del Sesia in Piemonte, una coppia di ibis sacri (Threskiornis aethiopicus), penso’ subito a esemplari sfuggiti da qualche zoo privato. Pareva infatti impossibile che questo uccello bianco con testa, collo e coda neri, noto oramai solo nelle paludi e i laghi a sud del Sahara, potesse essere arrivato da solo in quest’area protetta della Padania. Un tempo l’ibis sacro nidificava anche in Egitto, ove era venerato come l’incarnazione di Toth, dio della saggezza e compariva come uno dei segni dell’alfabeto geroglifico. Ma dal XIX secolo nessun ibis sacro ha piu’ nidificato lungo il Nilo e oggi, per vederne uno, occorre andare nel sud della Mesopotamia o nell’Africa sudsahariana. Ma gli ibis piemontesi del 1989 non restarono un fatto isolato. Anche se quell’anno, per colpa di un cacciatore che uccise un membro della coppia condannando a morte per inedia i piccoli nidiacei, non si registrarono nascite, nel 1994 e nel 1995 vi furono altri casi di nidificazione e, nel ’95, venne osservato l’involo di due piccoli. Nel 1996 le coppie nidificanti nella garzaia di Oldenico furono due e dettero vita a ben sei giovani. Altre coppie hanno nidificato nel 1997, anno in cui ben 32 ibis sacri sono stati visti sul greto del Sesia. In primavera gli ibis tornano in zona (non si sa da dove), si alimentano nelle risaie sulla destra idrografica del fiume e si riuniscono per costruire il nido e deporre le uova sulle robinie che si trovano nella magnifica colonia di aironi del parco piemontese. Pur se qualcuno potrebbe ancora pensare ad individui che hanno riacquistato la liberta’ fuggendo da qualche collezionista privato, la guardia del parco delle Lame del Sesia, Alessandro Re, che da anni segue questa eccezionale nidificazione (nella storia ornitologica italiana gli avvistamenti di questo uccello tropicale si contano sulle dita di una mano), non si spiega come mai, tra i conti delle presenze complessive dal 1996 a quelle del ’97, vi sia una differenza in piu’ di venti individui. Cosi’ il guardaparco, che ne ha dato notizia sulla rivista Piemonte parchi, chiede a coloro che abbiano osservato gli ibis sacri, specialmente in altre regioni e in altre stagioni dell’anno, di contattarlo per scopire il luogo ove questi uccelli migrano per superare i rigori dell’inverno. Rivolgersi ad Alessandro Re, parco naturale Lame del Sesia, vicolo Cappellania 4, Albano Vercellese (Vc), tel. 0161 / 73.112.*
Pratesi Fulco
Pagina 25
(29 marzo 1998) – Corriere della Sera
+++
Una volta mi è successo di trovarmi.. di molta buona ora.. mattutina con il sig.Re oltre il Sesia nel novarese a vedere inanellare gli uccellini dalle reti verso settembre ed è stata una gran bella giornata,molto istruttiva e di cui lo ringrazio anche in questo momento.(ndr)
GALILEO GALILEI
Il Saggiatore, 1623
In questo brano del Saggiatore, generalmente noto come “la favola dei suoni”, Galileo esemplifica attraverso una narrazione quale debba essere l’atteggiamento di un uomo di scienza di fronte ai fenomeni della natura.
Parmi d’aver per lunghe esperienze osservato, tale esser la condizione umana intorno alle cose intellettuali, che quanto altri 1 meno ne intende e ne sa, tanto più risolutamente voglia discorrerne;e che, all’incontro 2, la moltitudine delle cose conosciute ed intese renda3 più lento ed irresoluto al sentenziare circa qualche novità. (segue)
http://www.liceoscientificomajorana.it/download/favoladeisuoni.pdf
Perché questa citazione di Galileo è così dannatamente vera?
- 2 giorni fa
- Segnala abuso
- Iscritto dal:
- 02 marzo 2008
- Punti totali:
- 14.523 (Livello 6)
Miglior risposta – Scelta dal Richiedente
Per quel che riguarda la seconda parte:Spiegavo una cosa scientifica a un dotto: non capiva.
L’ho spiegata poi a una ragazza: l’ha capita subito.
La conoscenza insomma pone delle barriere, è vero. La tabula rasa è invece pronta a ricevere.Per quel che riguarda la prima parte della citazione, invece, vorrei rintuzzare il sommo Galilei “ricordandogli” che ha certamente un senso parlare di cose poco chiare, poco conosciute. Altrimenti come fai ad imparare?
- 2 giorni fa
- Segnala abuso
- Altre Risposte (2)
-
Allora io ti direi che è dannatamente vera perché noi viviamo in un mondo il quale come afferma Galileo Galilei in questa citazione, è ancora tutto da scoprire. E’ giusta ( la citazione) perché solo “provando” si impara, si conosce. Cioè solo facendo esperimenti sulle cose, impariamo a conoscerle meglio e così possiamo estendere il nostro orizzonte culturale.
E lui ci dice che per lungo tempo a captato ( parmi d’aver per lunghe esperienze osservato ) che la razza umana è molto attratta dalle cose intellettuali, dalle cose nuove; perché l’uomo ha una grande capacità di imparare ( perché vuole imparare ), ha una grande capacità di vedere di notare le cose nuove, ( ma non tutti, citandoti un altra citazione : ” Non c’è peggior cieco di colui che non vuole vedere”) e con questa corta citazione lui ci esprime, cerca di trasmettere il suo messaggio che secondo me sarebbe che l’uomo è una razza superiore agli altri animali, perché è capace di ragionare, ed e proprio per questo che si distingue, Galileo in questa citazione dice in poche parole che l’uomo è partito dal nulla e si è evoluto e continuerà ad evolversi.
Spero di esserti stato d’aiuto.Fonti:
Esperienza personale, molto interessato alle citazioni, studiate, imparate e continuamente seguite. -
Perché per conoscere il mondo bisogna fare esperimenti ed esperienza di esso… e quindi è piu’ difficile pronunciare frasi certe come avviene per i dogmi.
- 2 giorni fa
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20110731135312AAhAd3s
+Fine+
Filed under: Attualità,curiosità e costume, News e notizie dal mondo




