Scritto da Alessandro R.
Anche le autorità religiose israeliane aprono alla cannabis medica; nel frattempo la ricerca scientifica prosegue.
La cannabis terapeutica è ormai utilizzata in molte parti del mondo. I consumatori di marijuana per scopi medici sono sempre di più e, spesso, ove concesso, ricorrono alla coltivazione fai da te, acquistando i semi e facendo crescere le piantine. I semi più ricercati attualmente sono soprattutto i semi di cannabis femminizzati, poiché questa tipologia garantisce un’alta percentuale di fioritura della pianta.
Negli ultimi tempi lo stato di Israele in particolare sta contribuendo molto attivamente alla ricerca e al relativo dibattito sulla cannabis terapeutica. La marijuana è addirittura permessa dalle autorità religiose ebraiche, anche se solo, appunto, per fini curativi. La scienza talvolta può dunque progredire nella ricerca anche con il beneplacito della religione, e il fatto che ciò avvenga in un Paese come Israele, nel quale l’ortodossia ebraica ricopre un ruolo senza dubbio di primo piano, non fa che dare maggiore valore alla notizia.
Tornando agli studi scientifici del settore, risale a pochi mesi fa la notizia di un team di ricercatori israeliani interessati agli effetti della cannabis sui disturbi di cui soffrono prevalentemente gli anziani. Per verificare la veridicità delle sue teorie, il gruppo di studiosi ha somministrato marijuana ad un gruppo di 19 anziani di una casa di riposo. La somministrazione è avvenuta per un periodo stabilito, ed in modo continuativo, per tre volte al giorno.
I risultati ottenuti sono stati molto interessanti. Gli anziani sottoposti alla terapia hanno reagito positivamente, ovvero è stato rilevato un netto miglioramento dei sintomi di alcune patologie dalle quali erano afflitti, sia fisiche che psicologiche. L’assunzione di cannabis riduceva i loro dolori e tremori, e migliorava la loro qualità del sonno - che era più profondo, duraturo e meno agitato - in quanto assicurava loro un significativo stato di rilassamento. La marijuana è risultata essere utile, inoltre, per diminuire gli effetti degli episodi di stress post traumatico.
La scoperta più rilevante è, però, quella che condurrà ad un prossimo studio sempre inerente alla cannabis terapeutica destinata agli anziani; si tratta degli effetti della marijuana sulla deglutizione, e, quindi, sulla disfagia.
La disfagia è un disturbo molto frequente negli anziani, che consiste nell’impossibilità o nella difficoltà di deglutire in modo autonomo, e si manifesta spesso in caso di ictus, Alzheimer, Parkinson e altre malattie di tipo neurologico. Se si dovesse trovare un rimedio efficace a questa patologia, dunque, si allevierebbero le sofferenze di molti anziani, i quali non dovrebbero ricorrere più ai farmaci tradizionali.
Anche nel nostro Paese la cannabis terapeutica è, attualmente, una possibilità, ma solo in determinate regioni, come Toscana, Puglia e Veneto, che l’hanno inserita nel programma sanitario regionale (anche se vi sono difficoltà nel rendere attuativi i provvedimenti). I sostenitori della cannabis per scopi medici e più in generale della depenalizzazione della marijuana in quanto droga leggera stanno aumentando anche in Italia, come si può constatare anche dalla crescente popolarità di siti web specializzati nella vendita di semi di tipo autofiorente, come ad esempio questo. Tutto ciò a dimostrazione che c’è comunque un’apertura positiva verso la cannabis, non solo quella medica, che potrebbe finalmente portare alla risoluzione del perenne dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere in Italia, analogamente a quanto sta avvenendo in sempre più stati europei e non europei.
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