Magazine Economia
La crisi degli istituti di credito investe anche la ricca Confederazione Elvetica: la cassaforte dell’Europa.
La banca centrale svizzera chiede un rafforzamento patrimoniale.
Pena “capitale” per Credit Suisse e Ubs.
Credit Suisse e Ubs hanno ricevuto, dalla Banca Nazionale Svizzera (Snb-Bns), l’ordine di ricapitalizzarsi entro la fine dell’anno....
La notizia ha innescato la miccia di una vera e propria bomba nella Borsa di Zurigo, dove il titolo Credit Suisse ha ceduto il 10,47%, portandosi nel corso della seduta ai minimi degli ultimi 19 anni. Decisamente più cauto il calo dello storico rivale Ubs, che ha ceduto lo 0,27%.
SOSPENDERE LA DISTRIBUZIONE DEL DIVIDENDO O RICAPITALIZZARSI. La banca che ha avuto nel proprio board anche l’ad di Fiat Sergio Marchionne, infatti, aveva passato i suoi guai in Borsa all’inizio della crisi, con una maxiperdita di quasi 20 miliardi di franchi (19,7 per l’esattezza) a fine 2008, tanto che in una replica alla Banca Centrale Svizzera ha sottolineato come negli ultimi 2 anni ha «costruito la propria base di capitale più velocemente rispetto ai prorpi rivali».
Per affondare Credit Suisse è bastata la bacchettata di Berna, che ha chiesto a Zurigo di sospendere la distribuzione del dividendo oppure di procedere ad una ricapitalizzazione, riducendo nel contempo le proprie attività, con l’obiettivo di mettere in sicurezza la propria base di capitale.
BASE PATRIMONIALE INSUFFICIENTE. Secondo l’Istituto centrale elvetico, il confronto tra la base patrimoniale di Ubs e di Credit Suisse non regge: la prima ha un capitale in grado di assorbire le perdite pari al 2,7% del proprio stato patrimoniale, mentre Credit Suisse è ferma all’1,7%. Due livelli che Berna ritiene insufficienti per fare fronte alle difficoltà crescenti dell’economia europea. Pronta la risposta di Credit Suisse che, in una nota ufficiale, ha affermato di essere «una delle banche globali meglio capitalizzate e con il migliore profilo finanziario», indicando che la propria solidità patrimoniale e finanziaria «é riflessa negli spread dei Cds, tra i più contenuti del settore».
CREDIT SUISSE RESPINGE LE ACCUSE E TAGLIA TESTE. L’istituto zurighese ha poi ricordato di avere già oggi «capitale in eccesso rispetto ai requisiti dell’organismo di regolamentazione bancaria Finma e di Basilea 2». Inoltre, la banca ha affermato di aver costituito un «potenziale buffer (CoCo) a fronte di perdite pari al 3% del common equity entro fine 2012». Quanto alla richiesta di sospendere il dividendo, Credit Suisse ritiene di «aver stabilito un piano trasparente per creare common equity attraverso utili non distribuiti e ottimizzazione degli attivi». Oltre alla reazione di Borsa, però, il monito della Snb-Bns sembra avere già avuto i primi effetti. Si parla infatti già di teste che saltano e la prima risiederebbe proprio a Londra. Si tratta di Andrew Bellis, responsabile Obbligazioni su prestiti collaterali (Clo), che secondo indiscrezioni non commentate da un portavoce della Banca sarebbe sul punto di cedere l’ufficio nella City a Brad Larson, proveniente dalla sede di New York del gruppo. source
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