È vero, lo ammetto, ero in mezzo a quel 36% di share che lunedì ha guardato il film evento. L'ho guardato, fra una pubblicità e l'altra, tra un sonnecchiamento e l'altro. L'ho guardato senza farmi influenzare dalle varie critiche pro e contro che si erano già sprecate abbondanti e senza conoscerne la trama, non volevo avere pregiudizi.E non mi è piaciuto, subito, dall'inizio. Ma non perché fosse un prodotto Mediaset e che alla fine il tutto risultasse un'operazione mediatico-politica. Non mi è piaciuto proprio perché non mi è piaciuto. Non ho nulla di personale nei confronti di Sorrentino (anche se non ho capito perché ha ringraziato Maradona), non mi è piaciuto quel suo attingere a piene mani a Fellini, anche se ha ringraziato pure lui. Trovo che la ripresa di situazioni, ambienti, personaggi, atmosfere e macchiette felliniane è troppo evidente e troppo spudoratamente marcato. Più che un omaggio al maestro mi è sembrato un irriverente plagio mal riuscito, da “Roma” a “8 e1/2”. Non sempre le imitazioni dei maestri sono segno di bravura, spesso sono solo velleitari tentativi di acquisire meriti artistici rendendo omaggi non richiesti ai veri maestri e il risultato, molto spesso, è solo una serie di brutte copie dell’originale malamente rabberciate. È vero, non è facile inventare nuove storie: le bellezze di Roma sono conosciute da tutto il mondo, la decadenza di una società che ha smarrito tutti i riferimenti è sotto gli occhi di tutti, il tormento intellettuale e lo smarrimento dello scrittore in crisi creativa lo hanno raccontato mille volte, la vacuità dei salotti romani radical-chic la vediamo rappresentata ogni giorno sui media. Ma se le storie sono sempre le stesse perché le storie dell'umanità si somigliano tutte, allora conta come si raccontano le storie e Sorrentino, nonostante gli effetti speciali, i flash, l'introduzione di scene e bozzetti, mi ha lasciato l'impressione del già detto, già visto, già sentito, già fatto in passato e molto meglio. Non sempre fare qualcosa di diverso dal solito, giusto per sembrare originali, è indice di bravura e creatività. Anche una ruota quadrata, a suo modo, è originale. Ma è del tutto inutile.Magazine Società
È vero, lo ammetto, ero in mezzo a quel 36% di share che lunedì ha guardato il film evento. L'ho guardato, fra una pubblicità e l'altra, tra un sonnecchiamento e l'altro. L'ho guardato senza farmi influenzare dalle varie critiche pro e contro che si erano già sprecate abbondanti e senza conoscerne la trama, non volevo avere pregiudizi.E non mi è piaciuto, subito, dall'inizio. Ma non perché fosse un prodotto Mediaset e che alla fine il tutto risultasse un'operazione mediatico-politica. Non mi è piaciuto proprio perché non mi è piaciuto. Non ho nulla di personale nei confronti di Sorrentino (anche se non ho capito perché ha ringraziato Maradona), non mi è piaciuto quel suo attingere a piene mani a Fellini, anche se ha ringraziato pure lui. Trovo che la ripresa di situazioni, ambienti, personaggi, atmosfere e macchiette felliniane è troppo evidente e troppo spudoratamente marcato. Più che un omaggio al maestro mi è sembrato un irriverente plagio mal riuscito, da “Roma” a “8 e1/2”. Non sempre le imitazioni dei maestri sono segno di bravura, spesso sono solo velleitari tentativi di acquisire meriti artistici rendendo omaggi non richiesti ai veri maestri e il risultato, molto spesso, è solo una serie di brutte copie dell’originale malamente rabberciate. È vero, non è facile inventare nuove storie: le bellezze di Roma sono conosciute da tutto il mondo, la decadenza di una società che ha smarrito tutti i riferimenti è sotto gli occhi di tutti, il tormento intellettuale e lo smarrimento dello scrittore in crisi creativa lo hanno raccontato mille volte, la vacuità dei salotti romani radical-chic la vediamo rappresentata ogni giorno sui media. Ma se le storie sono sempre le stesse perché le storie dell'umanità si somigliano tutte, allora conta come si raccontano le storie e Sorrentino, nonostante gli effetti speciali, i flash, l'introduzione di scene e bozzetti, mi ha lasciato l'impressione del già detto, già visto, già sentito, già fatto in passato e molto meglio. Non sempre fare qualcosa di diverso dal solito, giusto per sembrare originali, è indice di bravura e creatività. Anche una ruota quadrata, a suo modo, è originale. Ma è del tutto inutile.Potrebbero interessarti anche :
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