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And nothing else matters

Da Laconiglia
[colonna sonora di questo post: Nothing else matter - Metallica]
Sei così lontana, sei così piccola.
Sei quasi una bambina, eppure il fato ha deciso per te una sorte così crudele che viene da chiedersi cosa tu abbia mai potuto commettere ora, ieri o in un'altra vita per meritare ciò.
Penso a te e mi chiedo perchè le persone si comportino così. Prima tutti lì a tirare le pietre, a giudicare, a emettere sentenze e adesso tutti a piangere e chiedersi perchè.
Il perchè lo sanno bene e tutti siamo responsabili di un gesto del genere.
Quindici anni, una foto a seno nudo in chat, perchè traviata da un uomo più grande di te e la minaccia di mostrarla al mondo, a tutto il tuo mondo, se non ti fossi esibita in uno spettacolo hard per lui.
E da lì una spirale di cambi di scuola, di scoperte della tua vergogna, di pranzi isolata, di bisbigli alle spalle.
E poi quando un pò ti stavi riprendendo, incontri lui. Che sembra diverso, è sempre più grande di te ma gli piaci. E invece voleva da te solo sesso e la sua ragazza ha deciso che tu eri la colpa di un fidanzato che sognava fughe alla sua relazione.
Hai bevuto della candeggina per sparire e dimenticare lle immagini di lei che ti picchia davanti ai tuoi compagni della nuova scuola. L'ennesima nuova scuola.
Hai cambiato ancora città, scuola, per dimenticare chi ti ha ferito ma facebook è infestante e ti riempe la bacheca di foto di candeggine, chiedendoti perchè non hai usato un prodotto diverso, più efficace, chiedendoti perchè, perchè non ti sei veramente uccisa.
E tu alla fine lo hai fatto ancora. E ancora ti hanno salvata. E allora ti sei rivolta alla rete, quella stessa rete che ti stava percuotendo, picchiando e lacerando dentro.
Hai lanciato una richiesta d'aiuto. Un pigolio nell'immenso vociare dei social. Nello scontrarsi di gioie, dolori, rabbia, stupidaggini, serietà che giornalmente tutto il mondo riversa nella rete, tu hai emesso un flebile lamento fatto di fogli che raccontavano la tua storia.
Non apri la bocca, fai scorrere le tue vicende tra le mani e riconosci i tuoi errori. Gli stessi che in migliaia commettono, gli stessi che umanamente si possono commettere e non per questo si viene ostracizzati da tante scuole o picchiati di fronte a tutti senza che una sola persona muova un dito. Anzi, un dito tutti l'anno mosso ed è stato quello per premere il tasto REC dei loro cellulari e riprendere la scena di te, picchiata da una donna. E poi premere quel maledetto tasto CONDIVIDI.
Condividi dovrebbe essere un tasto che ti permette di dire la tua, condividere ciò che ti accade o ciò che ti circonda. Non dovrebbe essere uno strumento che condanna a morte.
Ti hanno condannata a morte, avvolta in una cappa di disperazione e solitudine. Ti hanno tolto ciò che a nessuno dovrebbe mai mancare: la possibilità di rimediare, specie se si tratta di errori come il tuo, ovvero fidarsi delle persone sbagliate.
E il tuo flebile lamento, quel pigolio investito dalla possente voce della rete si è perso nel fiume.
Io ora l'ho udito e non posso farlo passare inosservato. Perchè un domani non voglio che mia figlia commetta un errore come il tuo e che si debba ritrovare a chiedere aiuto su you tube perchè nessuno la ascolta, non voglio doverla piangere perchè al terzo tentativo riesce a suicidarsi.
Non voglio dimenticarti e non voglio che ti dimentichi chiunque passerà per il mio blog.
So close no matter how far
Couldnt be much more from the heart
Forever trusting who we are
No nothing else matters


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