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Il mio alter ego cinese

Da Laconiglia
Vai in Germania e pensi di trovare per lo piü i crucchi ad aspettarti, invece, ovviamente, le prime persone che conosci sono i poveri sfigati che come te non sanno una parola di tedesco e quindi si fa comunella per contrastare quel macigno di lingua che e´ il tedesco, con i suoi casi (l´accusativo me lo sogno la notte), i suoi 7 modi per formare il plurale, e il genere dei nomi su cui non puoi fare affidamento in nessun modo. Il sole e´ femmina, la luna e´ maschio, la neve e´ maschio, il freddo femmina e il ghiaccio neutro.
Tra tutti i compagni del mio corso la piü pittoresca e´ sicuramente la cinesina, che e´ di un candore e semplicitä disarmanti, e´ affettuosa e carina ed e´ uno spasso starle vicino.
E´ un poco dittatrice, ma nonostante ciö tutti la adorano e i miei amici su facebook hanno deciso che io e lei ci assomigliamo.
E´ alta 10 cm meno di me. Ha lunghi capelli neri, io li ho appena alle spalle, biondi, e´ di carnagione scura, io potrei essere scambiata agevolmente per una crucca, grazie al mio simpatico color rana morta, ma abbiamo un taglio degli occhi molto simile e molti atteggiamenti. Fa milioni di fotografie a qualsiasi cosa e le piace condividerle, se trova un posticino speciale e´ sempre pronta a consigliarlo o a portartici e a fare di tutto per venirti incontro. E ha l´animo da guida turistica. Guida il gruppo di colleghi di tedesco come fosse una navigata bitante di monaco e ti indica dove comprare i lamponi migliori, il caffe´ piü simile a quello italiano, i krapfen piü cicciosi.
Beh, qualche punto in comune con la sottoscritta direi che c´é!
Io le faccio mille domande sulla Cina e mi incanto a sentirla parlare con quell´accento fluido che mi ricorda acqua che rotola tra i sassi.
Sabato scorso, -5 gradi, Salisburgo, sera.
La coniglia ha bevuto un Mozart punch (latte, amaretto, cacao, bayles) e due bicchieri di gluwine (vin brülé) ed é in vena di omaggiare la sua amica cinese con perle sulla cultura italiana. La lingua il cibo e da brava brilla, un pö di musica.
Ho cantato metä discografia di Battisti, dando prima spiegazioni in inglese inframezzato da quattro parole di tedesco, sul significato del testo, e poi...via a cantare.
Immaginate di essere quella signora austriaca che camminava sulla strada che va dalla stazione verso il centro cittä, sotto la neve che danza sotto la luce gialla dei lampioni, e in lontananza, mentre arrancate sotto i fiocchi stando attente al ghiaccio, ecco che vi viene incontro un gruppo eterogeneo di persone, ma voi individuate subito le uniche due ragazz presenti. Una piccolina, con un cappello di pelliccia e lunghi capelli neri impuntati di neve, una mano coperta da una moppina di pelliccia, l´altra mano stretta attorno alla mano dell´altra ragazza, piü alta, bionda, che canta canzoni osservando incantata la neve che scende dal cielo.
Arrivate in treno mi ha dato il suo telefono e mi ha fatto ascoltare canzoni in cinese, come ringraziamento per averle insegnato tante cose sulla cultura italiana.
Sul treno (der? Zug) di ritorno ho dormito come una bambina, cullata da canzoni cinesi che raccontavano di amori delicati e amiche che si tengono per mano...
Il mio alter ego cinese

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