Abbiamo dovuto attendere l’ultima partita della regular season della Big 12 Conference per vedere un’esplosione degna di un serio candidato alla prima scelta assoluta del prossimo Draft NBA 2014 da Andrew Wiggins. Sarà stata l’aria della West Virginia dove ha fatto la high school (Huntington Prep) o chissà cos’altro, ma il canadese classe 1995, nominato freshman dell’anno della Big 12, è esploso con 41 punti con 18 tiri, il suo massimo in carriera al college. Peccato però che sia stato un losing effort visto che a sorpresa la sua Kansas ha perso 92-86 a Morgantown contro dei tutt’altro che irresistibili Mountaneers di West Virginia.
La stagione di Andrew Wiggins, salito agli onori delle cronache ormai due anni fa quando al terzo anno di liceo venne selezionato per il Nike Hoops Summit con i migliori under 19 di tutto il mondo (lui nemmeno 18enne), è stata ricca di alti e bassi, con qualche lampo e diversi passaggi a vuoto. La pressione era ovviamente alta per il ragazzo che, nonostante i mezzi tecnici, atletici ed emotivi fuori dalla norma, ha sicuraramente patito il gioco NCAA molto rigido e basato sul concetto di squadra e le prestazioni notevoli dei suoi “rivali” Jabari Parker e Joel Embiid, quest’ultimo anche compagno di squadra. Il centro del Camerun ha sorpreso tutti e per certi versi ha oscurato Wiggins che in tanti Mock Draft ha perso la sua leadership scendendo alla 2 o addirittura alla 3 dietro Parker, da ormai tre anni il grande rivale.
In stagione viaggia a quasi 17 punti e 6 rimbalzi di media cui aggiunge 1.6 assist e 1.2 recuperi col 45% dal campo e il 35% da tre. Solo cinque volte non è andato in doppia cifra (4-1 comunque per Kansas), otto volte ha superato quota 20 punti e sabato scorso, dopo i 9 nella gara vinta contro Texas Tech in casa nella senior night di molti compagni e di fatto anche la sua visto che non tornerà a Lawrence l’anno prossimo, è esploso con i 41 contro West Virginia. 41 con 8 rimbalzi, 4 stoppate e 5 recuperi con 12 su 18 al tiro (2 su 5 da tre) e 15 su 19 ai liberi. Una prova da assoluto dominatore sui due lati del campo, con una cattiveria vista raramente ma che è sembrata tanto una prova di forza del canadese. Wiggins ha stabilito un record per un freshman di Kansas ma non per la Big 12 (44 di Beasley con Kansas State nel 2008). Inoltre è il primo nelle ultime 15 stagioni con 5 recuperi e 4 stoppate in una gara da 40 punti.
Questa la sua prova contro West Virginia.
Al termine della senior night a Lawrence Andrew Wiggins aveva confermato il suo addio dopo una sola stagione per dichiararsi al Draft NBA.
“E’ passato tutto molto in fretta. Mi sarebbe piaciuto restare qui ancora a lungo con questi ragazzi, questi allenatori e questi meravigliosi tifosi. E’ una delle ragioni per cui ho scelto di venire a Kansas. Sono felice ma allo stesso tempo triste, è la mia ultima gara qui. Però mi sono divertito, ringrazio per tutto quello che ho ricevuto, non potevo chiedere di meglio“.
Parole che in molti hanno ritenuto fuori luogo in una serata, la senior night, dove i tanti studenti-tifosi perdono diversi altri loro beniamini. Però Wiggins è sempre stato chiaro, a differenza di altri (Embiid? Parker?) non ha mai lasciato nemmeno una piccola possibilità di restare un altro anno al college. Tutti sapevano fin dall’inizio che la sua storia a Kansas sarebbe durata una sola stagione è così è stato. Potendo, sarebbe certamente andato subito nella NBA direttamente dopo la high school perchè quella è la sua dimensione, per ritmo di gioco, atletismo, spazi e quant’altro. Come LeBron James a suo tempo – non è e non sarà mai il nuovo LeBron – è già pronto per il piano di sopra, non tanto tecnicamente o atleticamente, ma per la personalità e la maturità, aspetti decisivi.
Ovvio che deve migliorare, sul ball handling, sul tiro da fuori, deve mettere muscolatura, imparare ad essere aggressivo fin da subito, ma ha istinti unici, un potenziale immenso, atletismo fuori dal comune e un fisico, oltre i due metri per circa 95 kg, che ne fanno l’all around perfetto per la NBA, una sorta di nuovo Paul George. In attesa del Draft, dove comunque per margini di miglioramento e potenziale è indiscutibilmente il numero 1, siamo certi che farà di tutto per portare Kansas più avanti possibile nel torneo per lasciare un solco indelebile nella gloriosa storia dei Jayhawks.