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Da piccolo, come sarà capitato a tanti di voi, andavo all'asilo, quello che i bambini di oggi chiamano scuola materna. L'asilo in questione portava il nome di Helen Keller e all'epoca mai mi venne in mente di chiedermi chi fosse questa Helen Keller, per me l'asilo era l'asilo e basta. Solo in seguito venni a sapere chi era stata la donna di cui l'edificio portava il nome e della quale viene raccontato un breve segmento di vita in questo film diretto da Arthur Penn.
Anna dei miracoli è un film commovente, a tratti straziante, forte e duro, capace di trasmettere con la stessa intensità gioia e dolore grazie a una messa in scena perfetta, a un bianco e nero evocativo e alle magnifiche interpretazioni di Anne Bancroft e della giovane Patty Duke entrambe premiate con l'oscar, per la miglior attrice protagonista la prima e non protagonista la seconda. Le emozioni intense si palesano fin dalla prima scena dove due genitori, il Capitano Arthur Keller (Victor Jory) e sua moglie Kate (Inga Swenson) scoprono che la loro bambina è diventata cieca e sorda in seguito a quella che era stata frettolosamente diagnosticata come una congestione di stomaco e cervello. A causa della malattia la piccola Helen (Patty Duke) cresce nel più totale isolamento mentale in seno a una famiglia premurosa ma incapace di gestire la situazione, l'amore della madre soprattutto, ma anche quello del padre, aggiungeranno ai problemi della bambina anche quelli derivanti da una cattiva educazione che porterà la bimba a crescere viziata e senza regole.
Proprio quando la situazione sembra divenire insostenibile i coniugi Keller decidono di ricorrere a un'istitutrice privata, Annie Sullivan (Anne Bancroft), una ragazza giovane anche lei con qualche problema alla vista e che in passato ha vissuto situazioni terribili simili per alcuni versi a quelle patite dalla piccola Helen. La fatica maggiore per Annie sarà quella di stabilire un contatto con la bambina, quella della famiglia sarà data dalla totale fiducia che i suoi membri dovranno accordare a questa insegnante capace di infinita pazienza ma anche di modi e metodi parecchio bruschi.
L'intensità della vicenda viene proiettata sullo spettatore in modo egregio tramite la forza dei sentimenti che da questa scaturiscono ma anche grazie a prove molto fisiche da parte delle attrici protagoniste, il confronto non sarà solo intellettivo, medico o un confronto d'amore ma si risolverà in un vero e proprio conflitto fisico, in una lotta di nervi e pazienza, di decisioni ferme, una lotta contro la spossatezza e l'arrendevolezza. Anne Bancroft risulta interprete fantastica nel portare in scena una donna che cerca di penetrare una corazza all'apparenza impenetrabile tentando d'insegnare il linguaggio a una bambina che non sente e non vede e che non ha la minima idea del concetto di parola e di significato.
Chi ha un minimo di sensibilità correrà il rischio di dover versare calde lacrime durante la visione di un film che però non batte sul pietismo ma piuttosto mostra la forza infinita di un'insegnante decisa ad ottenere quel che si è prefissata per amor proprio e della sua alunna/paziente e quella di una bambina che in qualche modo inizia a capire che per lei la possibilità di una vita migliore in fondo esiste. Il cinema d'altri tempi regala perle a volte poco note a molti giovani spettatori di oggi, il mio consiglio spassionato è quello di farsi prendere dalla curiosità, provare, spulciare e scoprire il maggior numero possibile dei piccoli e grandi tesori come questo che la storia del Cinema ci ha regalato nel corso degli anni.
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