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Anna politkovskaja e i danni impuniti a causa della corruzione

Creato il 20 ottobre 2011 da Madyur
Il 7 ottobre 2006 , Anna Politkovskaja veniva uccisa a colpi di pistola. Giornalista d’assalto della Novaya Gazeta, Anna era conosciuta per i suoi reportage sugli abusi dei diritti umani commessi dalle forze russe in Cecenia. Articoli dettagliati e senza concessioni , densi di critiche contro Putin e l’uomo di Grozny Kadyrov.
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Fu un omicidio su commissione , a seguito di minacce , pedinamenti , arresti, perfino un tentativo di avvelenamento nei confronti della donna. Cinque anni, tre inchieste , centinaia d’interrogatori dopo, Anna non ha ancora il suo carnefice. Metafora del groviglio di corruzione e complicità che avvinghia e domina il Paese.
Il Comitato investigativo della Federazione Russa , responsabile dell’ultima indagine, ha incriminato un uomo in pensione della polizia moscovita e un informatore dei servizi , l’Fsb erede del Kgb, accusati rispettivamente di aver commesso e organizzato l’assassinio. Ma rimane il nodo cruciale : chi è stato il mandante dell’omicidio di Politkovskaja?
A Novaya Gazeta non si rassegnano. E’ uno dei pochi media che Putin tollera come indipendente , una sorta di fiore esotico che consente al Cremlino di offrire un’immagine esterna meno dura e più democratica.
Il lavoro di indagine del giornale continua su tutti i fronti. Non solo Politkovskaja ma sono molti i misteri russi legati alla corruzione. Sergei Magnitsky , avvocato d’affari per il gruppo Hermitage, morì nel novembre 2009 in una prigione moscovita, dopo un anno di custodia preventiva in isolamento , durante il quale era stato picchiato , torturato , si era ammalato di pancreatite e si era visto negare ogni assistenza medica.
La colpa di Magnitsky era di aver smascherato e denunciato da madre di tutte le frodi : una cricca di funzionari del Ministero dell’Interno aveva fatto sparire , grazie a operazioni fiscali , 230 milioni di dollari che una sussidiaria di Hermitage aveva versato allo Stato. Una truffa all’erario contro l’erario. Ad arrestarlo furono i poliziotti che Magnitsky aveva denunciato. La sua sorte era segnata dal fatto che si rifiutava di testimoniare il falso contro il suo cliente, l’investitore Browder, patron di Hermitage.
Browder era in Russia dagli anni ‘90. Nipote di Earl , fondatore del partito comunista americano anticapitalista e filo-sovietico , era stato uno die primi imprenditori ad avventurarsi nella Russia post-comunista. Ed era stato anche sostenitore di Putin , almeno fino a quando non cercò di far notare la corruzione delle aziende statali e venne espulso.
La morte di Magnitsky espresse sdegno in tutta la Russia. Medvedev ordinò un’inchiesta. Ma furono Browder e Novaya Gazeta a non mollare la presa , trasformando l’omicidio in una bomba difficilmente da disinnescare. Browder, spendendo milioni, ha raccolto prove inconfondibili sulla colpevolezza dei funzionari , pubblicandone sul sito www.russian.untochables.com 
Non ultimo i versamenti effettuati nei conti del marito di Olga Stepanova, capo dell’Agenzia delle entrate di Mosca, che aveva autorizzato il dirottamento dei 230 milioni di dollari. I soldi sono spariti nel nulla , ma lei funzionaria a 50 mila dollari l’anno , si è ritrovata miliardaria e proprietaria di ville sparse nel mondo.
Gli altri uomini legati alla vicenda non sono stati indagati. Solo due medici sono stati accusati di negligenza, mentre altri sono stati premiati per meriti di servizio e promossi. Novaya Gazeta si chiede chi è quel ministro che copre lo scandalo?
Putin pensa che la corruzione sia il male minore di fronte al rischio di disgregazione, il prezzo da pagare all’unità del Paese.

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