Magazine Maternità
Perché? Perché Stefano ha prodotto (che termine di hollywoodiana memoria!) una serie di video da 5 minuti in cui racconta le scene salienti dei cartoni animati degli anni 80. Sono come le ciliegie: uno tira l'altro, non commettete lo sguardo di iniziare a guardarli! Anzi si commettetelo, che ne vale la pena!
Poi è un trentino come me, e lo ho scoperto grazie alle mie innate doti investigative e soprattutto ai vari indizi disseminati nei suoi video: diciamo la verità, Trento non è esattamente una metropoli, e se una persona la nomina tanto spesso o ci vive o ha dei gravi problemi. Ottime capacità deduttive, non trovate?
Fatto è che guardando e scrivendo sugli anni '80, mi è tornata in mente una puntata di Memole dolce Memole. La ricordate vero? Quel folletto, con i piedi a monodito centrale
che con la sua astronave viene catapultato sulla terra e fa amicizia con una bambina malaticcia di nome Mariel che ha come (tata? governante? Domestica? Dama di compagnia?) la sorella acida della signorina Rottermeier? Ecco lei.
C'era una puntata in cui Memole confeziona faticosamente una borsetta per Mariel, con le dovute proporzioni è come se il mi mettessi a cucire il pallone di una mongolfiera, ma tantì'è, lei ci riesce e fa pure un bel lavoro. Ma come fa a portarlo a Mariel? La risposta arriva dalla sarta del villaggio che le spiega come fare le pieghe a pacchetto. E io che credevo che Simplynabiki avesse scoperto una cosa rivoluzionaria, invece è un chiaro esempio di plagio.
Come in ogni cartone che si rispetti però, c'è il colpo di scena: un aquila, un colpo vento, un attacco di narcolessia (non ricordo) il gufo che trasporta Memole a casa di Mariel rischia di precipitare (Huston, abbiamo un problema) e il fagottino cade in terra. Proprio nel cortile di Mariel, proprio in testa al boscaiolo/giardiniere della villa che, trovato questo pacchetti grande 2x3 centimetri (Simplinabiky devi perfezionare la tecnica!) lo raccoglie, lo osserva, si guarda intorno e decide di indire una riunione straordinaria con la signorina Rottermeier II. La quale, gli ordina di bruciare l'oggetto estraneo. Così il buon giardiniere si ritrova intento, in una scena ricca di pathos, ad accendere un falò in giardino per incenerire una cosa grande come un pacchetto di cerini.
D'altra parte, chi non lo farebbe?
Tranquilli però, la stoffa della borsetta era di materiale ignifugo, e dopo essere passata indenne attraverso il fuoco della devastazione, viene consegnata, senza una minima bruciatura (o una traccia di cenere) a Mariel.
Che, incurante del fatto, che ai tempi gli acquisti su e-bay non fossero ancora così gettonati, sfoggia la sua borsetta incurante della logica domanda che le potrebbe venire posta "ma quella cosa... da dove caspita arriva?"
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