Photo credit: Archivio Federale Tedesco / Wikipedia / CC BY-SA 3.0 DE.
Nel periodo in cui parlare di Olocausto, nazismo e capi di sterminio è all’ordine del giorno vista la morte di Priebke, cade anche l’anniversario di una tragedia per certi versi simile a quella delle Fosse Ardeatine. Era il 16 ottobre del 1943 quando avvenne il rastrellamento ghetto di Roma. La capitale italiana era occupata dai militari di Hitler, sotto il comando di Kappler, da poco più di un mese, visto l’arresto di Mussolini e la firma dell’armistizio, quando dai vertici del governo tedesco arrivò l’ordine di “immediata soluzione del problema ebraico sui territori italiani occupati dalle forze del Reich”. Così, la mattina del 16 ottobre – un sabato, il giorno festivo della comunità ebraica – un plotone di SS rastrellò in un’enorme retata 1259 individui, senza distinzione tra uomini, donne, bambini, neonati o anziani, dal quartiere del Circo Flaminio di Roma. In seguito, circa duecento di loro furono rilasciati, mentre gli altri furono deportati nel campo di Aushwitz, sa cui sopravvissero solo 15 uomini e una donna. La comunità ebraica di Roma commemora questo giorno, ricordato come il “sabato nero” nel suo sito con un archivio fotografico speciale sulle vittime del rastrellamento, con una fiaccolata e un corteo che attraversa le vie del ghetto ebraico.