Magazine Cultura

Anteprime Gargoyle Books

Creato il 16 maggio 2011 da Flavia

L'alba degli Zombie_Di Danilo Arona - Selene Pascarella - Giuliano Santoro

Prezzo: 17,00 euro, brossura

Pagg.: 266

Anteprime Gargoyle Books

Dal 21 aprile 2011 in libreria

Con un'intervista esclusiva a George Romero di Paolo Zelati

Quando all'Inferno non ci sarà più posto, i morti cammineranno sulla Terra

George A. Romero - Zombie, 1978

Il libro «Una delle cose che ho sempre pensato di comunicare attraverso questi film è che "loro", gli zombie, non sono altro che "noi stessi". Loro erano come noi e ora, forse, sono solamente una nostra variante». Così George Romero a proposito degli zombie, protagonisti della sua possente - seppure dagli esiti artistici diseguali - Dead Saga (La notte dei morti viventi, 1968; Zombi, 1978; Il giorno degli zombi, 1985; La terra dei morti viventi, 2005; Le cronache dei morti viventi, 2007; L'isola dei sopravvissuti, 2009). Gli zombie romeriani rinvengono copiosamente nella routine contemporanea, non siamo più Altro da loro, bensì zombie noi stessi: resi gretti e cattivi da una Storia che ci presenta quotidianamente un conto sempre più elevato, finiamo per riprodurre l'Inferno sulla Terra, aderendo a un putrescente conformismo fatto di razzismi, disuguaglianze e crescenti emarginazioni.

È su tale tesi che prende avvio il saggio L'alba degli zombie firmato dallo scrittore Danilo Arona, dall'esperta di cinema e fiction seriale

Selene Pascarella e dal giornalista Giuliano Santoro, i quali, partendo dalla filmografia di George Romero - sorta di canone dello zombie postindustriale - si interrogano sulla longevità del morto vivente, dalla tradizione voodoo del XVII secolo alla prima decade del Terzo millennio, saggiandone la capacità di raccontare il nostro mondo e di incarnarne le paure più profonde.

Il testo - arricchito da un'intervista inedita al regista newyorkese del critico Paolo Zelati - è strutturato in tre interventi autonomi, frutto di impostazioni diverse ma felicemente complementari, montaggio di spunti compositi e suggestioni plurime, che agevolano le riflessioni e le ispirazioni più varie attorno al fenomeno zombie non solo nell'appassionato ma anche nel neofita.

Il contributo di Arona è un amacord, una scorribanda sentimentale che entra nel merito della Dead Saga con prezioso rigore storico-filologico, evidenziando il potere presago del cinema romeriano con la sua inesauribile carica allegorica ed eleggendolo a chiave d'accesso per esaminare la figura dello zombie; quello di Santoro privilegia, invece, un'angolazione filosofico-politica che semina fecondi parallelismi con l'attualità (particolarmente incisivo il paragone morto vivente/migrante: quest'ultimo, proprio come uno zombie, si aggira nelle nostre città sperduto, barcollante, affamato e scansato da tutti; scongiurato il minimo contatto, viene ostacolata, così, qualsiasi possibilità di confronto e accettazione): la genesi del contagio zombie diventa inconsueta ma efficacissima lente d'indagine per spiegare l'odierna crisi dell'Occidente e l'inarrestabile declino delle sue "unità di misura", quali la solidarietà, il lavoro, la funzione educativa della cultura; il testo di Pascarella, infine, si sofferma sui come e i perché gli zombie abbiano attecchito l'immaginario culturale odierno in maniera tanto massiccia - dal cinema ai fumetti, dalla fiction seriale televisiva e on line ai videogiochi, dalla poesia alla narrativa comica e alla chick-lit fino alla ricerca scientifica (dalla matematica pura alla genetica e alla biologia).

L'alba degli zombie costituisce, quindi, un lavoro spiccatamente innovativo nell'ambito editoriale nostrano, in linea con tradizione di ricerca dei cultural studies nordamericani, che, anzi, annoverano l'argomento tra i loro corsi universitari già da tempo con saggi potentissimi - vere e proprie stilettate al sistema politico e socio-economio occidentale (pensiamo solo a Zombie economics: How Dead Ideas Still Walk among Us dell'australiano John Quiggin, tra i testi economici più acclamati del 2010, o ad American Zombie Gothic: The Rise and Fall (and Rise) of the Walking Dead in Popular Culture di Kyle William Bishop, che vede gli zombie come figure fortemente evocative delle atrocità del colonialismo e della schiavitù nel Nuovo Mondo).

GLI AUTORI

Danilo Arona (Alessandria, 1950) è giornalista, scrittore e critico cinematografico. Dal 1978 a oggi ha firmato oltre venti titoli tra saggi di cinema, inchieste sul lato oscuro del sociale e romanzi horror. Nella sua produzione più recente spiccano: L'ombra del dio alato, La stazione del dio del suono, Palo Mayombe, Cronache di Bassavilla, Black magic woman, Finis terrae, Melissa Parker e l'incendio perfetto, Santanta, Pazuzu, L'estate di Montebuio (Gargoyle 2009). Il suo sito web è www.daniloarona.com

Selene Pascarella (Taranto 1977), laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi sul cinema italiano dell'orrore e del fantastico, è giornalista dal 2005. Collabora con il settimanale Carta, per il quale cura una rubrica dedicata alla fiction seriale televisiva. Suoi scritti sono usciti nell'Annuario di Poesia curato da Giorgio Manacorda (Castelvecchi, 2001), ha pubblicato il racconto Mondovisione all'interno della raccolta Tutto il nero del Piemonte (Noubs, 2007) curata da Danilo Arona.

Giuliano Santoro (Alatri 1976), giornalista, fa parte della redazione del settimanale Carta dove si occupa di politica e società. Suoi articoli sono stati pubblicati su Il manifesto, Il Messaggero, Il Quotidiano della Calabria, Il Ponte, Posse. Suoi contributi sono apparsi in Mercenari: il business della guerra a cura di M. Bulgarelli e U. Zona (Nda Press, 2004) e nell'antologia Stranieri! (Manni, 2004).

Da L'alba degli zombie:

Come i seguaci degli antichi culti misterici, gli zombie romeriani mangiano le membra dei vivi per incorporare e prolungare l'immortalità di cui stanno già godendo, essendo per l'appunto risorti. [.] aldilà dell'efficacia rappresentativa, lo zombie perturba. È quasi come uno specchio. Io posso pure ucciderti caro zombie, ma ogni volta che lo faccio, muoio anch'io un passo alla volta.

Danilo Arona - "Il calendario dei morti viventi"

Si rifanno vivi nelle nostre metropoli in maniera contagiosa, seppure ibrida e inedita, meccanismi che agli occhi dell'Occidente parevano superati, morti e sepolti. Quella parola "risorse umane" contiene un appeal nuovo, scattante, energico ma al tempo stesso emana irrimediabilmente l'odore di un cadavere in fase di decomposizione. Ci sono racconti che tornano di moda. Il vuoto dei diritti in cui vivono i non-cittadini certifica che alcuni esseri umani non sono "vivi". E questo loro muoversi dentro le nostre metropoli, aggirarsi nelle campagne, prestare lavoro vivo, li rende dei morti viventi.

Giuliano Santoro - "La città dei morti: Appunti per una filosofia politica degli zombie Il calendario dei morti viventi" In quale misura [.] l

'uscita solo nel biennio 2010-2011 di decine di film di genere zombie possa contribuire a incrementare il senso di "accerchiamento" dei vivi da coloro che non lo sono più è difficile a dirsi. Quel che è certo è che da qui in poi gli zombie di celluloide [.] avranno per noi la stessa consistenza di quelli in carne e osa che possiamo incontrare tanto a Halloween che a una performance di arte contemporanea. Selene Pascarella - "Dead zone. Per una sociologia dell'era zombie"

Per scaricare il prologo "Perché una nuova alba"


Per ulteriori approfondimenti 

Hanno detto:

Un lavoro superbo di rimandi e citazioni che di sicuro non deluderà i lettori più esigenti.

Eduardo Vitolo - "Il Mondo di Edu"

Saggio che analizza l'argomento zombi da ogni angolazione, una vera miniera di curiosità, imperdibile per i cultori dei morti viventi, ma intrigante anche per il neofita.

Valentono G. Colapinto - "Liberi Di Scrivere"

L'alba degli zombie è un ottimo e solido saggio, immancabile per gli appassionati di genere, ricco di spunti notevoli per nuove storie sugli zombie, nonché sulle loro molteplici evoluzioni o trasformazioni.

Alex McNab - "Sull'orlo del Mondo"

La festa di Orfeo_Di Javier Márquez Sánchez

Collana: Nuovi Incubi

Prezzo: 17,00 euro, brossura

Pagg.: 292

Anteprime Gargoyle Books

Dal 1° giugno in libreria!

La festa di Orfeo di Javier Márquez Sánchez

Il primo horror spagnolo targato Gargoyle

Traduzione di Giancarlo De Crescenzo

Prefazione di Franco Pezzini e Angelica Tintori

Un delitto dantesco, un sagace investigatore, un attore impegnato a imparare cosa sia la paura e una pellicola maledetta, causa di morte e devastazione.

Un romanzo denso di humour nero, passione cinefila e mistero

Il libro

1956: l'Inghilterra è sconvolta dalla raccapricciante strage di Longtown, avvenuta alla frontiera scozzese.

Centinaia di bambini sono stati uccisi selvaggiamente: i loro corpi - violati e mutilati come a osservare un macabro e arcano rituale - sono stati trovati carbonizzati e aggrovigliati in un'aberrante piramide umana, rinvenuta nella chiesa del villaggio. Era qui che i piccoli si erano riuniti per vedere la proiezione di un film su invito del parroco locale, anch'esso assassinato. Il Governo dispiega tutte le sue forze in pompa magna: l'Esercito, teso ad assicurare il massimo stato di protezione agli abitanti della contea, gli esperti scientifici, impegnati a fare ogni tipo di rilievo, e naturalmente gli agenti di Scotland Yard, pronti a imbastire un'indagine a 360°. Chiamati a occuparsi del caso sono Andrew Carmichael, ispettore dal fiuto ineguagliabile per casi un po' fuori dalla norma, e il suo assistente Harry Logan.

Nello stesso tempo, una piccola casa cinematografica, la Hammer, decide di cimentarsi nel rilancio della filmografia horror producendo un'innovativa versione a colori del Frankenstein con la regia di Terence Fisher. Ne sarà protagonista Peter Cushing: per entrare nella parte, però, è previsto che l'attore segua un peculiare apprendistato: egli dovrà essere capace di incutere realisticamente il terrore nel pubblico oramai smaliziato del secondo dopoguerra, e, per farlo, dovrà venire in contatto con le fondamenta della paura umana più ancestrale, al punto da essere in grado di attraversarla: solo in quanto capace di sostenere direttamente l'incontro col terrore, infatti, Cushing potrà essere considerato dagli spettatori interprete credibile dell'inquietante nobile scienziato. Nella sua preparazione sui generis, il popolare attore s'imbatterà in due ciceroni dalle personalità antitetiche - il professor Arthur Aberline, eminente storico, esperto di aspetti antropologici e religiosi, e lord Sherrinford Meinster, demonologo e collezionista spasmodico di tutto ciò che è legato al Maligno - e finirà coinvolto, suo malgrado, nell'inchiesta - frattanto spostatasi a Londra, scenario di altri delitti - condotta dai poliziotti Carmichael e Logan; inchiesta che porta a una misteriosa pellicola risalente agli anni del Cinema muto, intitolata La fête du Monsieur Orphée.

www.lafiestadeorfeo.wordpress.com

L'autore

Nato a Siviglia nel 1978, Javier Márquez Sánchez è scrittore, giornalista e grande esperto di musica rock. Ha pubblicato alcuni saggi dedicati a Bruce Springsteen, Neil Young, Simon & Garfunkel, ed Elvis Priesley. Attualmente è vicedirettore della rivista Cambio 16 e collabora con varie altre testate.

La festa di Orfeo è il suo primo romanzo, omaggio all'horror britannico degli anni Sessanta, al Giallo classico e alla passione per il cinema.

www.javiermarquezsanchez.com

Da La festa di Orfeo:

«Molto bene». Carmichael si alzò e prese a camminare avanti e indietro nello studio. «Lasciamo stare il passato e concentriamoci sul presente. Dimentichiamoci anche dei poteri supposti di quella pellicola e degli effetti che potrebbe avere. Arthur, dimmi, che attrattiva potrebbe esercitare su degli squilibrati con credenze sataniche?»

«Che attrattiva potrebbe esercitare su un cattolico fondamentalista il calice dell'Ultima Cena? Anzi, ancor di più: cosa sarebbe disposto a fare il Vaticano per un documento scritto da Gesù di Nazareth in persona?»

«Santo Cielo!»

«Fai bene a rivolgerti in alto, ne avrai bisogno. Tieni conto che stiamo parlando dell'opera maestra di Satana, della sintesi della sua conoscenza, della chiave d'entrata al suo regno. Aggiungi pure che - dato che nel sottrarre la pellicola a Boulanger, Whittington la rubava in un qualche modo a Satana in persona - chi dovesse recuperarla ascenderà automaticamente al ruolo di principe tra gli eletti».

Dalla prefazione "Nuovo cinema Inferno":

C'è però un terzo "tavolo" su cui Javier Márquez Sánchez conduce il suo gioco allegro: ed è quello, se così si può dire, di una peculiare ibericità. Qualcosa che non riguarda soltanto il rapporto con il cinema - anche se il richiamo alla grande tradizione horror spagnola s'impone [.]. Con un fantastico fortemente condizionato dall'eredità cattolica, da una storia pregressa [.] e da una vocazione persino più popolare, "ingenua" e aperta all'exploitation rispetto alle parallele esperienze anglosassoni, francofone o italiche. E per contro capace di elaborare la forte attrazione verso i modelli stranieri quale stimolo a rileggerli creativamente, con risultati di grande originalità.


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