Anthony Davis è un prodotto della University of Kentucky, di ruolo ala grande, destinato ad entrare nell’Olimpo dei più grandi di sempre.
Anthony Davis è un cestista statunitense classe 1993, nato a Chicago (Illinois), che milita tra le file dei New Orleans Pelicans. Nonostante la breve carriera, i pochi ma significativi numeri di Anthony Davis dopo tre stagioni in NBA e una in NCAA (University of Kentucky) dimostrano come il ragazzo farà parlare di sé per molto tempo.
L’affermazione al college (2011-2012) e il 2012 NBA Draft
Sotto la guida di coach John Calipari e circondato da altri giovani piuttosto promettenti come Terrence Jones (ora agli Houston Rockets) e Michael Kidd-Gilchrist (ora ai Charlotte Bobcats), Anthony Davis è riuscito a mettersi in mostra nel campionato NCAA. Con uno strepitoso record complessivo di 38-2 in stagione, la University of Kentucky giunge al secondo turno come testa di serie assoluta (32-2 nella Southeastern Conference) e, da grande favorita, porta a casa l’ottavo titolo NCAA dopo la finale contro Kansas. L’asso nella manica dei Kentucky Wildcats è un appena 19enne Anthony Davis che, dopo 40 partite, fa registrare una media di 14.2 punti, 10.1 rimbalzi e 4.65 stoppate, a fronte di 1.3 assist e solo 1 palla persa. Le percentuali dal campo sono da campione vero: Anthony Davis ha segnato 210 dei 337 tiri scoccati, ossia il 62%, che diventa 65% se non si tiene conto delle conclusioni dall’arco (207/317 da 2, 3/20 da 3), non esattamente la sua specialità. Dei 10.1 rimbalzi, 3 sono frutto della grande fisicità nel pitturato avversario: dei 415 totali, infatti, ben 119 sono rimbalzi offensivi. Anche il dato sulle stoppate è impressionante: con 186 tiri bloccati ai diretti avversari, Anthony Davis è diventato il sesto ragazzo nella storia NCAA a guidare la classifica delle stoppate nell’anno da freshman. Le statistiche migliorano ancora, se si prendono in considerazione le ultime sei gare della stagione, dal derby contro Western Kentucky fino alla finale vinta contro Kansas, il numero 23 ha fatto registrare 15.2 punti, 11.2 rimbalzi e 4.6 tiri respinti.
Dichiaratosi eleggibile per l’NBA Draft dopo appena un anno di college, Anthony Davis è il giocatore che tutti vorrebbero. Con lui ci sono anche i compagni Kidd-Gilchrist, Marquis Teague e Terrence Jones, e i vari Bradley Beal, Austin Rivers, Andre Drummond, Harrison Barnes, Terrence Ross e Damian Lillard. La vittoria in finale di Kentucky fa aumentare le pretendenti per il quartetto di Calipari. Tutti e quattro i ragazzi vengono scelti al primo turno: Marquis Teague dai Chicago Bulls (29esima scelta), Terrence Jones dagli Houston Rockets (16esima scelta), Michael Kidd-Gilchrist dai Charlotte Bobcats (2a scelta) e infine, prima scelta assoluta, Anthony Davis dai New Orleans Hornets.
Anthony Davis sul palcoscenico NBA
Nella stagione 2012-2013 Anthony Davis gioca 64 partite, partendo in quintetto in 60 occasioni. Nonostante un paio di infortuni, Anthony Davis chiude con 13.8 punti e 8.2 rimbalzi di media in 22.8 minuti, tirando ad oltre il 50% dal campo ed il 75% in lunetta. La prima doppia-doppia della carriera arriva contro Charlotte, quando mette a referto 23 punti e 11 rimbalzi. Anthony Davis viene convocato per l’NBA Rising Stars Challenge (uno degli eventi dell’ NBA All-Star Weekend), mentre contro i Memphis Grizzlies realizza un career-high di 18 rimbalzi, conditi da 20 punti. Il primo buzzer-beater arriva contro i Boston Celtics, con il canestro della vittoria a 0.3 secondi dalla sirena. Anthony Davis chiude la stagione con 20 doppie-doppie (migliore tra i rookie), ma questo non basta a conquistare la nomea di Rookie of the Year (306 voti, contro i 605 di Damian Lillard).
Il secondo anno è di totale consacrazione per Anthony Davis. L’ala grande ex Kentucky registra una doppia-doppia di media stagionale, con 20.8 punti e 10.0 rimbalzi in 67 partite (66 da titolare). Pur venendo ancora ostacolato da lievi infortuni, Anthony Davis mette a referto ben 36 doppie-doppie e stoppa 189 tiri avversari, diventando il miglior stoppatore della lega con 2.82 stoppate a partita (meglio di Serge Ibaka e DeAndre Jordan). In questa stagione il ventenne ottiene la riconferma per l’NBA Rising Stars Challenge e la prima convocazione per l’NBA All-Star Game -dopo il forfait di Kobe Bryant-, confermando un mese dopo quanto di buono fatto, in occasione della sfida contro i Boston Celtics: il doppio career high con 40 punti e 21 rimbalzi rende Anthony Davis -21 anni, 5 giorni- il più giovane dal 1993 (Shaquille O’Neal) a registrare 40 punti e 20 rimbalzi nella stessa partita (quarto più giovane a riuscirci).
L’annata 2014-2015 vede ormai Anthony Davis essere considerato tra i più grandi. Reduce dall’oro in Coppa del Mondo (Spagna 2014), Davis apre la stagione con 9 stoppate. Per trovare altrettante stoppate all’esordio bisogna ritornare fino al 1974-75, quando Thurmond ne registrò 12. Il numero 23 di New Orleans si riconferma miglior stoppatore con 2.9 stoppate a partita, da sommare alle 42 doppie-doppie in 68 partite. Anthony Davis sfiora in più occasioni la tripla e la quadrupla-doppia, rischiando inoltre di diventare il più giovane a centrare il five-by-five. A metà dicembra il giovane talento ha un PER (Player Efficiency Rating) di 32.9, un dato che lo consacrerebbe come il giocatore più efficiente di sempre. A fine stagione chiuderà con 30.89 di PER (migliore della lega), appena sotto a mostri sacri come Wilt Chamberlain (31.84), Michael Jordan (31.71) e LeBron James (31.67) Viene selezionato per il secondo anno consecutivo per l’ NBA All-Star Game, ma è costretto a tirarsi indietro per un infortunio. Raggiunge (e supera) inoltre quota 437 stoppate, record di franchigia, e segna la sua unica tripla della stagione contro Oklahoma City, un canestro che vale la partita e, a lungo termine, i play-off (a spese proprio di Oklahoma City).
La post-season di Anthony Davis dura appena quattro partite, tutte vinte dai Golden State Warriors di Steph Curry. Nonostante questa sconfitta netta, Anthony Davis ha dato un’ulteriore dimostrazione del proprio dominio sul parquet, diventando il primo giocatore delle ultime 40 stagioni a registrare 30 punti e 10 rimbalzi all’esordio in una serie della post-season, eguagliando il solito Wilt Chamberlan, Kareem Abdul-Jabbar e e Bob McAdoo.
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