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Antonio cassano e i gay in nazionale

Da Maricappi
Se le parole si misurassero in base al loro contenuto,  Antonio Cassano non avrebbe detto nulla di scandalistico se non un ammasso di parole raggruppate le une sulle altre senza alcun contenuto. 
Ne sono bastate due o tre, “giocatori gay in nazionale”, servite su di un piatto d’argento, cadendo ingenuamente nella provocazione giornalistica, per infervorare gli animi di quei quattro italiani rinchiusi tra i muri dello spogliatoio che sono fuori dalla realtà, travolti da sentimenti omofobici, ignari di cosa stia succedendo di ben più grave e importante da seguire nella vita sociale e politica italiana.Se invece le parole si misurassero in base alla loro espressione grammaticale forse sarebbe il caso di scandalizzarsi sull’orrore sgrammaticato vocalizzato del Sig. Cassano, che è riuscito nell’impresa di non azzeccare neanche un congiuntivo. Se prima di arruolarli nel calcio gli facessimo frequentare un corso d’italiano, bastano anche sei mesi, il tempo necessario d’imparare quattro frasi ben articolate per fare un’intervista al limite della decenza.

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