

"Se ci sono froci in squadra, problemi loro" Antonio Cassano · Mia Nonna dello Zen: Ma che “strologare” è questo? Il “sollazzare dei preti” è l’ “arte de’ poeti”! Però, è da dire, usando il termine “froci”, anziché, il termine più legato al suo territorio di provenienza, “ricchioni” o “recchioni”, l’enunciatore fa sì che denominando “froci” “chi beve alla tedesca” o, per sua natura “va contro natura” o “va in Calabria” anziché in Puglia, essendo i “froci” a far gioco di squadra tra Polonia e Ucraina, ed essendo voce romanesca “i froci”, in origine, era l’appellativo dato ai soldati papali svizzero-tedeschi, dal naso spesso rosso in quanto forti bevitori nonché inclini all’omosessualità, avrà voluto intendere, il gioiellino della Bari Vecchia dove i froci romani sono semplicemente “recchiô”, che con ‘sti froci in squadra che bevono alla tedesca, giocando in Polonia , si dovrà “tentare nella pazienza” o "usare al modo italiano”, se non praticare il “gioco dei frati", o quello “del bue”, se non, che Dio ci protegga, il “gioco del diavolo”? P.S. Mi fa pensare il Cassano che c’è chi dice anche “froscio” e c’è chi dice “finocchio”. A Firenze, e meno male che lui non ha giocato nella squadra di quella città, scriveva Tavolato su “Lacerba”(1913), prevale la variante “C’è le paste”. Per cui un pittore fiorentino schiaffeggiò un critico che aveva riscontrato nei suoi quadri “eccessiva pastosità”… ·
