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Una scena dell'omonimo film diretto da Luchino Visconti
Al centro del racconto sta l’artista tutto dedito alla ricerca della perfezione e di forme razionali e severe, a costo di reprimere le esigenze e le spinte vitali. Gustav von Aschenbach (Il cui nome è un omaggio a Mahler), scrittore di successo, sente d’improvviso l’impellente bisogno di viaggiare, di scoprire cose nuove e decide di recarsi a Venezia, città da lui amata di un amore inquietante, dove soggiorna in uno splendido hotel al Lido. Qui, viene rapito dalla bellezza efebica di Tadzio, giovane polacco in vacanza con la sua famiglia. Il quattordicenne è bello di una bellezza che rispecchia i canoni classici, ricorda una statua greca e suscita in Aschenbach sentimenti e pulsioni per troppo tempo repressi dal rigore metodico su cui ha imperniato la sua vita. Sensazioni che si trasformano rapidamente in una vera e propria ossessione, tale da spingere l’anziano scrittore a pedinare Tadzio e la sua famiglia lungo le calli veneziane, ad osservarlo insistentemente giocare sulla riva e a ricorrere addirittura al belletto per sembrare più giovane ed attraente, finendo così per assomigliare a quel grottesco bellimbusto incontrato sul battello e descritto dallo stesso Aschenbach come ridicolo ed osceno. Per lungo tempo Aschenbach giustifica come platonica la sua passione per il giovane polacco ma la verità gli si rivela in tutta la sua potenza nel sogno finale; l’artista assiste e viene coinvolto in un tremendo rito orgiastico. Ecco che allora quel principio apollineo, legato allo spirito, alle idee e alla chiarezza che Nietzsche aveva distinto dal dionisiaco, proprio delle forze vitali e irrazionali, è destinato a soccombere. Il sogno, mirabilmente descritto da Mann, rivela che a trionfare è Dioniso, dio dell’ebbrezza e dell’abolizione delle forme. E la vita si vendica con tutta la sua potenza sull’anziano artista portandolo a morte, negando tutta la dura disciplina dietro cui questi si era trincerato.
In una città ormai putrida e ammorbata dal colera, dove la cupidigia dei commercianti e delle autorità porta a nascondere il pericolo dell’epidemia, Gustav si prepara alla partenza della famiglia polacca osservando e amando in silenzio il fanciullo e la sua perfetta bellezza. Ma la morte a Venezia incombee, dopo un ultimo sguardo tra i due, la caduta su un fianco dell’artista e lo spegnersi dei suoi occhi rivelano l’impossibilità di tornare indietro verso una repressione degli istinti e la non capacità di accettare l’irruzione del dionisiaco con la sua vitalità barbara e distruttrice. Aschenbach muore di questa doppia impossibilità e Eros si unisce indissolubilmente a Thanatos.
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