Non dovrebbe fare notizia il fatto che un'azienda, il cui amministratore delegato purtroppo in cattiva salute e in congedo per ragioni mediche, possa interrogarsi su un possibile successore. Ma l'amministratore di cui parla un articolo del Wall Street Journal è Steve Jobs, co-fondatore della Apple e guru del management tecnologico. Pensare di sostituirlo costituisce quasi un reato di lesa maestà, per non parlare del fatto che, anche in termini economici e finanziari, Jobs è il garante, davanti ai consumatori e agli azionisti, del successo dell'azienda di Cupertino.
E così fa notizia eccome che, secondo fonti rigorosamente anonime, una parte del consiglio di amministrazione avrebbe svolto alcune riunioni segrete per esplorare le opzioni a disposizione in vista di un dopo-Jobs. E non solo. Sempre stando alle fonti del giornale, sarebbe stato coinvolto il personale addetto al reclutamento, quando si è sempre creduto che l'erede al trono non sarebbe potuto arrivare che dall'interno della Apple stessa.
Il WSJ precisa che i colloqui effettuati non avevano "l'esplicita finalità" di trovare un nuovo amministratore delegato, ma erano una sorta di esplorazione delle possibilità in campo.
La vicenda assumerebbe addirittura le fosche tinte del complotto, dal momento che, secondo le fonti, i consiglieri coinvolti nella vicenda non avrebbero operato per conto e interesse dell'intero CDA, composto da sette membri incluso lo stesso Jobs (che li ha scelti uno per uno) e che l'amministratore delegato potrebbe essere all'oscuro di tutto. Si sarebbe trattato, insomma, di una cellula "impazzita", che vuole forse (ma questa non è un'ipotesi del WSJ) prepararsi a fare prevalere i propri interessi quando la questione della successione si porrà inderogabilmente.
Come è noto, Jobs ha subito un trapianto di fegato nel 2009, dopo avere superato un cancro al pancreas. Dimagrito, sofferente, il geniale protagonista della rinascita della Apple si è preso molte vacanze ma non ha mai mollato, consapevole che alla sua salute è legata anche quella della sua azienda. Ma anche le fibre più forti e le volontà più ferree si piegano quando ci si mette di mezzo una natura non benevola.
Per dirla tutta, in occasione dell'ultimo congedo per malattia e la conseguente aspettativa di Jobs dalla Apple, l'azienda ha fatto capire che un piano per la successione è già nei cassetti. Alcuni osservatori del mondo della tecnologia, come Yoni Heisler di Networkworld, hanno considerato sospetto che l'articolo del WSJ sia apparso poche ore prima che Peter Oppenheimer, responsabile delle casse dell'azienda di Cupertino, sciorinasse davanti al mondo risultati finanziari da record. In ogni caso, se il tentativo delle fonti, o di chi sta alle loro spalle, era quello di rallentare il balzo in borsa della Apple, l'esito è stato un totale insuccesso. Il titolo ha superato i 400 dollari dopo l'annuncio che profitti e fatturato nell'ultimo trimestre fiscale erano cresciuti, rispettivamente, del 125% e dell'82%.
Ma più di tutto varrà il commento sintetico e sapido che Steve Jobs ha rilasciato a chi gli chiedeva un giudizio sulle ipotesi di successione. "Penso sia una fesseria", ha risposto con piglio degno di Clark Gable in una delle sue più memorabili battute di Via col vento. Ed è probabile che azionisti e consumatori, di tutto ciò, "francamente se ne infischino".
Via lastampa.it