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Aprire una libreria per bambini. 4a puntata: il prezzo del libro

Da Centostorie

aprire una libreria per bambini - il prezzo del libro

Una delle domande più frequenti al corso librai è se il libro ha un prezzo fisso. Lo so che per gli adetti del settore può sembrare un’assurdità, ma spesso l’idea che chi vende non abbia il diritto di stabilire il prezzo delle merce confonde le idee e rende il concetto di prezzo imposto molto molto surreale. Spiegare che il prezzo viene imposto dall’editore e che non è possibile aumentarlo o diminuirlo a dismisura e che questo è dovuto all’idea che il libro ha un valore economico che prescinde dalle mere logiche del mercato e che vada un poco calmierato sembra al senso comune incredibile e fuori dal tempo.

La regola del prezzo imposto mi sembra abbia senso e valore democratico, di accesso al libro per tutti, come una ciriola di pane o un litro di latte: sembra dirci che il libro è una necessità e non un banale passatempo per oziosi. Tuttavia, se non ho il diritto di decidere il prezzo, l’affare per me si complica enormemente.

Il libraio indipendente, badate bene, ha diritto ad uno sconto (semplificando questo temine potremmo chiamarlo impropriamente margine) medio del 30% sul prezzo di copertina. Rapido calcolo per le nostre menti ormai ossidate da calcolatrici: 10 euro prezzo di copertina, margine per il libraio mediamente di 3 euro a copia.

Epperciò quando chiedete lo sconto a un libraio indipendente dovreste sentirvi in colpa… come a non fare la raccolta differenziata, almeno. Come ad aver lasciato il led della tv acceso tutta la notte, dico io. Se ci ritenete una razza in estinzione (e lo siamo), sentitevi in colpa come ad aver dato una ripassata di carabina ad un orso marsicano. Abbassare ancora il margine di un libraio significa la sua morte. Solitamente quando mi succede, propongo direttamente il regalo, sarò almeno ricordata in eterno.

Ma se vi state chiedendo che fine fa il 70% del restante guadagno del prezzo di copertina sappiate che la filiera del libro è più lunga delle Ricerca di Proust. E tanto si allunga la filiera più si assottigliano i guadagni. Quindi non ci facciamo mancare il grossista (immaginatelo come un supermercato dei libri, grande, grosso e dispersivo), il distributore (con agenti e promotori che presentano le novità nelle librerie) e finalmente giù giù in fondo alla valle l’editore, con cui il contatto per un libraio resta secondo me imprescindibile. Ma l’editore ha a sua volta una sua personale filiera fatta di autori, illustratori, tipografi e una redazione con editor, grafici, ufficio stampa e ufficio commerciale che cercano di tirare avanti la carretta.

Ho certamente tralsciato pezzi, dimenticato ruoli e funzioni. Però, e qui viene il nocciolo della questione, quando acquistate un libro che costa 1 euro dovreste in verità farvi questa domanda: dov’è che hanno risparmiato? come può una filiera come questa vivere su libri ad 1 euro? Chi abbiamo eliminato? Chi ha avuto un contratto precario? una produzione scarsa, inchiostri di pessima qualità, correzioni fatte da personale poco qualificato?

Il prezzo del libro non solo è imposto, ma è anche – in molti casi – giusto. Pagare una merce ad un prezzo onesto, non è sciocco: è sano per voi, per chi quel libro lo ha fatto, per chi lo vende e per chi quel libro lo leggerà.

Aprire una libreria per bambini in 10 puntate:
3 – dove aprire
2 – intercettare lettori
1 – il libraio
0 – introduzione


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