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Aquilani: Il Principino di cristallo(By Spartaco)

Creato il 07 luglio 2013 da Simo785

Alberto Aquilani nasce a Roma il 7 luglio 1984. Oggi si parla un gran bene dei giovani talenti della “cantera” blaugrana, ma le giovanili della Roma, come quelle di altre squadre importanti del calcio italiano, hanno regalato alla Serie A gioielli come De Rossi e lo stesso Aquilani. La sua somiglianza con l’ex giallorosso Giannini, il Principe, gli è valsa il soprannome di Principino, anche se su alcuni social network molti lo irridono per il suo lieve strabismo che gli comporterebbe una visione di gioco particolare…

Dopo una sola presenza in Campionato, viene mandato a “farsi le ossa” con la Triestina. Il Principino che è tenuto in considerazione dalla società non delude e, quindi, viene richiamato alla base. Peccato che l’esordio a Roma non è dei migliori, anzi forse già da questi segnali si poteva intuire che, nonostante il talento e l’indiscutibile fede giallorossa, la storia tra il centrocampista e la Magica “non s’aveva da fare”, o meglio non avrebbe avuto vita lunga, certamente non per colpa del cognome, un po’ ingombrante diciamo per gli ultras della Roma. Aquilani arriva a Trigoria nell’annus horribilis della retrocessione fortunatamente mancata ad opera degli incolpevoli 4 cavalieri dell’Apocalisse: Prandelli, Voller, Delneri e Conti. Ha solo 20 anni, ma tanta personalità, non gli manca il coraggio di fare giocate ad effetto e nelle prime due stagioni è a tutti gli effetti un titolare. I lupacchiotti della Sud sognano una Roma in cui i leaders in campo sono Romani, la mente “vola” (ogni riferimento alla Lazio è puramente casuale), sognano “notti di coppe di campioni”, o perlomeno di riscattare la brutta figura rimediata con la salvezza in extremis. Il 2006 sembra essere l’anno della consacrazione definitiva, la magia fatta a S. Siro, la rabona che permette di segnare a Mancini, in posizione dubbia, delizia gli esteti del calcio, qualcuno direbbe che vale il prezzo del biglietto, qualcun’altro da casa pensa alla bolletta da pagare e alla comodità del divano e non concorda, ma certamente rimane un gesto tecnico eccezionale, soprattutto per la spontaneità, oltre che la precisione. Purtroppo in allenamento subisce una lesione del collaterale mediale del ginocchio destro, ad una prima analisi sembra recuperabile in tempi abbastanza stretti, ma le cure dureranno sei mesi. Già in questa fase, le lodi iniziano a trasformarsi in critiche più o meno velate, si dice che il ragazzo ha talento, ma sia di cristallo, troppo fragile. A luglio vince la Coppa Italia contro l’Inter, il suo secondo trofeo dopo l’Oro del 2003 agli Europei Under 19. La stagione 2007 inizia con il piede giusto, preparazione conclusa positivamente, inizio di Campionato ottimo con due reti segnate da fuori area, sfortunatamente ad ottobre patisce un infortunio muscolare e rimane fermo 3 mesi. La condizione non ottimale non gli consente più di essere un titolare fisso, comunque a fine stagione vince un’altra Coppa Italia contro l’Invincible Armada nerazzurra, in quel periodo era il massimo che concedeva alle contendenti. Nell’ultima stagione giocata a Roma, 2008/2009 non gioca quasi mai a causa di vari problemi fisici, ovviamente i tifosi non lo vedono più come un gladiatore capace di dare lustro alla Roma e, nelle rare comparse, non mancano i fischi e le invettive.

Nel 2009 il Liverpool lo acquista dalla Roma, l’offerta è buona e il rapporto con la tifoseria è in crisi. Aquilani recupera da un ennesimo infortunio, non grave e, almeno all’inizio, i supporters inglesi lo acclamano. Purtroppo per il Principino nemmeno in Premier League riesce a trovare lo smalto dei primi anni con la Roma e accetta il trasferimento alla Juventus.

Da qui inizia il peregrinare del centrocampista per l’Italia. Con la Juventus gioca a buoni livelli, corre per la squadra, offre come da suo repertorio assist per i compagni e soprattutto segna goal da fuori area grazie al suo tiro potente e preciso, sempre pericoloso sui calci da fermo e anche in mischia grazie ai suoi 186 cm. Nonostante le buone prestazioni e la condizione fisica discreta, i bianconeri a fine stagione lo rimandano a Liverpool, puntano tutto su Pirlo.

Il Milan, orfano del suo regista, prende Aquilani in prestito dal Liverpool. Con i rossoneri gioca solo una stagione, neppure loro decidono di tenerlo, quindi la Fiorentina decide di ingaggiarlo e gli fa firmare un contratto triennale.

Con i viola Aquilani ha ritrovato la sua dimensione, si è ritagliato a poco a poco spazio in rosa e ha fatto parte di una delle mediane meglio organizzate e più tecniche della Serie A della stagione appena terminata insieme a Pizarro e Borja Valero, sotto la guida magistrale di Montella. Grazie alle prestazioni con la Fiorentina, Prandelli l’ha richiamato in Nazionale. Con gli Azzurri aveva giocato l’Europeo del 2008 con Donadoni, quindi confermato in un primo momento anche da Lippi. A causa degli infortuni era ritornato in Nazionale nel 2010 con Prandelli, ma poi l’utilizzo non sempre da titolare e qualche infortunio di troppo, lo allontanano di nuovo fino a quest’anno, inserito nella lista dei 23 per la Confederation Cup. In Brasile non è stato sempre all’altezza del Campionato disputato con la Fiorentina, ma rimane comunque un centrocampista d’esperienza e qualità su cui poter contare.


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