Veg-chef.Infatti qualcuno si è subito buttato a rifare questo esperimento apportando qualche personale variazione negli ingredienti: chi ha aggiunto lo zucchero, chi ha sostituito il latte con la spremuta d'arancia (genialata di Fatina questa, ma si sa, lei è una fatina), chi avendolo rifatto quasi identico (sostituendo magari la marmellata di fichi con quella che aveva in casa) ha riportato che il sapore della farina di ceci era forse un po' troppo intenso. Io personalmente non trovo che la farina di ceci dia un sapore così forte e caratterizzante dal momento che è utilizzata insieme ad altri ingredienti (piuttosto invece la cannella è stata un po' invadente perché come al solito la mia mano pesa). Ceciosità.Ma quando anche Fabiana mi ha scritto via sms: "forse metterei meno farina di ceci o la spezzerei con un'altra farina per smorzare un po' il cecioso" alla fine ho capito che le mie papille gustative probabilmente sono

La polverina bianca che vedete non è zucchero a velo ma farina di riso
(usata per non far attaccare)
100 g di farina di riso biologica (avevo anche quella di grano saraceno ma ho pensato che quella di riso era più simile a quella di ceci... avrò pensato bene?)
140 g di bio marmellata di arance amare Rigoni "senza zucchero"
60 ml di olio di semi di girasole bio
140 g di prugne morbide secche con nocciolo (son Noberasco, che novità :))
4 fichi secchi
2 arance bio (spremute)
1 pera bio (frullata)
2 cucchiaini di semi di anice biologico
1 cucchiaino di bicarbonato Il procedimento.Ho passato i semi di anice nel macina caffè (e se non li avessi passati mi sarei risparmiata la pulizia del macina caffè dato che sono rimasti identici!) e li ho uniti alle farine insieme al bicarbonato. In un altro contenitore ho messo l’olio, la marmellata di arance, la pera frullata, la spremuta e anche i fichi secchi tagliati a striscette. Ho mescolato ben bene e quindi ho aggiunto le polveri a poco a poco, e in ultimo le prugne sempre "strappate a mano"(eliminando i noccioli chiaramente). La fede.Ho assaggiato l'impasto e stavo per piangere: tutto questo lavoro per nulla, si sentiva un sapore di arancia, o forse era anice...benissimo, tanto vale buttarla! Ma no dai, diamo fiducia alle cose che sembrano partire con il piede sbagliato e vediamo se, una volta in forno, riescono con il piede giusto.Così con una faccia misto sfida e sfiducia ho messo negli stampi l'impasto e ho infornato. Il profumo.Non vi dico il profumo delizioso che si respirava. Una volta tirati fuori ho capito che sarebbero stati da assaggiare.Il gusto.Infatti ne ho tagliato uno piccolo in 2 parti e l'ho assaggiato prima che la mia ospite a cena (la Vale) potesse proferire parola: "Mmmm, che delizia (occhi semi chiusi rivolti verso il soffitto)". Non era la Vale, ero io che mi facevo i complimenti da sola.E' finita che ce li siamo goduti un pezzetto alla volta e alla fine un muffin a testa ce lo siamo mangiate (e io uno anche dopo che lei era andata via).Similitudini valtellinesi.Rispetto al panettone questi sono più secchi, azzarderei due similitudini se mi consentite: la prima con la "bisciola" per via dei fichi (e qui non abbiamo certo il botto -calorico- di Capodanno). La seconda con il "brasciadel", un altro pane tipico valtellinese a forma di ciambella che si fa con i semi di anice...Riflessioni veg.Dopo tutti questi veg esperimenti posso dire che non solo l'uovo non occorre (così come il burro e lo zucchero che sono inutili) ma addirittura "i dolci senza" sono molto più buoni. Privare per credere.Se private e provate la ricetta mi fate sapere?;)





