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- Linas Kleiza, neo giocatore dei Toronto Raptors. Ciam/Cast
Lituania-Cina 78-67
Non basta togliere alla Lituania stelle come Siskauskas e Songaila, i gemelli Lavrinovic e Kaukenas. Linas Kleiza, che l’anno prossimo giocherà a Toronto con Bargnani, la guida con 30 punti e 9 rimbalzi alla vittoria sulla Cina per 78-67 che vale l’ingresso ai quarti di finale del Mondiale. Tutti pensavano fosse più facile: i cinesi, senza Yao Ming, sono di medio livello, in più si sono qualificati agli ottavi fortunosamente con un solo successo, contro la Costa d’Avorio. Invece, dopo la partenza a razzo cinese (3-13) e l’atteso sorpasso avversario (32-31), la partita è stata in equilibrio fino al micidiale 11-0 a metà del terzo quarto, che ha portato la Lituania fino al +13 (64-51) col notevole apporto di Gecevicius e del quasi trevigiano Kalnietis. Ma la Cina, allenata da un coach americano semi sconosciuto, Bob Donewald jr che ha vinto il Superenalotto, gioca alcuni minuti grande attacco a inizio terzo quarto guidata da Liu Wei e, con un 11-3, riapre completamente la gara (67-62). La Lituania sbanda, Liu ha in mano la tripla del -2 ma sbaglia e, in assoluto, i cinesi dimostrano di non crescere mai nei momenti decisivi delle partite, dove neppure Yi Jianlian, giocatore Nba, fa davvero la differenza. Kleiza prende in mano la squadra, realizza 13 dei 14 punti della Lituania nell’ultimo quarto che si qualifica ai quarti senza brillare.
Lituania: Kleiza 30, Gecevicius 14, Kalnietis 11
Cina: Liu 21, Yi e Wang 11
- Luis Scola, miglior marcatore del Mondiale, Ciam/Cast
Argentina-Brasile 93-89
Onnipotente. Dieci punti di Luis Scola negli ultimi 3’, 8 di fila, danno all’Argentina la vittoria sul Brasile per 93-89 nella partita più bella e appassionante vista finora al Mondiale. L’Argentina, pur priva di Ginobili e Nocioni, fa valere la sua esperienza e la superiorità assoluta del pivot dei Rockets (37 punti per il capocannoniere del torneo, con 9 rimbalzi) che trova in Delfino e nel semi sconosciuto Jasen l’aiuto necessario per battere la squadra di Ruben Magnano, ex varesino, che con l’Argentina aveva vinto l’Olimpiade di Atene. Il Brasile ricco di talento, sospinto dai 32 punti dell’ex fortitudino Huertas, perde lucidità nelle azioni decisive. Per tutto il primo tempo, le difese non sono un fattore contro il talento di molti giocatori, sostenuti da ritmi alti. Da una parte, Leandro Barbosa, neo Raptors, veloce e micidiale da tre, dall’altra Scola inarrestabile anche per Varejao; oppure Marcelinho Huertas, 18 punti nel primo tempo, molto più maturo di quello che non è riuscito a esplodere alla Fortitudo e Carlitos Delfino, ormai giocatore di primo livello anche nella Nba. La partita non prende mai una direzione precisa (12 cambi di leadership, +6 Argentina, +3 Brasile il massimo vantaggio nel primo tempo), ed è Marcelo Machado, visto anche a Rimini, che con 8 punti in 5’, riporta il Brasile dal -6 al +2 dell’intervallo. Optando per due lunghi, ma senza Barbosa con 3 falli, il Brasile prova la fuga a inizio ripresa (46-53), fermata da due prodezze di Delfino; ci ritenta abbassandosi con Giovannoni ma Scola è micidiale con 10 punti nel terzo quarto, arrivando a 25. Il ritorno di Barbosa si trasforma in un immediato +6 del Brasile e qui avviene l’imponderabile, visto che le due triple di Leandrinho sono pareggiate da Herman Jasen, argentino minore, da 11 stagioni in Spagna, arrivato a 32 anni a giocarsi il primo Mondiale dopo un paio di manifestazioni minori. E quando anche Gutierrez approfitta dello sbilanciamento della difesa su Scola per colpire da tre, i brasiliani cominciano a vacillare perdendo lucidità in attacco. Due canestri di Scola (85-79) sono bilanciati da Huertas (85-84), ancora Scola fa le giocate partita: un canestro con le braccia di Varejao in faccia, palla rubata in difesa a Barbosa, nuovo canestro a 22″ in attacco (89-84). La festa finale dei giocatori è quella per una partita che vale un Mondiale: col Brasile non può essere che così.
Argentina: Scola 37, Delfino 20, Jasen 15
Brasile: Huertas 32, Barbosa 20, Machado e Splitter 10