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Argo

Creato il 23 dicembre 2012 da Presidenziali @Presidenziali
ArgoNel 1979 una rivoluzione studentesca prese il potere in Iran ed instaurò una repubblica governata secondo i principi dell'integralismo islamico, in forte opposizione con il precedente regno dello Scià Pahlavi che aveva “occidentalizzato” troppo i costumi del paese. Questo clima di tensione sfociò infine nell'assalto all'ambasciata del paese più occidentale di tutti, gli Stati Uniti, e la presa in ostaggio di quasi tutti i residenti, ad eccezione di 6 che riuscirono a fuggire. Perché abbiamo iniziato con il riassuntino? Perché le prime sequenze della nuova pellicola di Ben Affleck sono una mini-lezione di storia iraniana e servono a farci immergere nel contesto della realmente accaduta operazione Argo, che consistette, per quanto incredibile, nel far uscire dal paese i 6 diplomatici statunitensi facendo credere alle autorità di voler girare un film di fantascienza nel paese persiano. Una volta terminato l'incipit, infatti, ci si sposta ad Hollywood dove, con ironia e autoreferenzialità, si deve realmente mettere in piedi la finta pellicola. Dopodiché, nel secondo tempo, il film ingrana veramente, e con alcune sequenze di tensione riesce efficacemente a farci mettere nei panni degli spaventati diplomatici che devono fuggire da un posto dove, odiati da tutti, rischiano la vita solo per la loro provenienza. Ben Affleck, al suo terzo lavoro da regista, dimostra ancora una volta quanto egli sia più bravo dietro la macchina da presa piuttosto che davanti. Argo, nonostante qualche momento di lentezza soprattutto nel primo tempo, scorre bene e soprattutto lo fa in maniera non banale e matura, senza sensazionalismi all'americana, facili quando si ha a che fare con il sempre tormentato medio-oriente.Purtroppo ci sono un paio di asterischi che abbiamo il dovere di elencare: il primo è che, nonostante l'elogio di poco sopra, Argo comincia facendoci credere che tratti di storia, di politica, di integralismo, di terrorismo, ecc. Ma poco dopo ci si rende conto che in realtà tutto ciò rimane confinato alle fasi iniziali e serve solo a dare un contesto, un'ambientazione, a quello che sostanzialmente è un thriller con un minimo minimo d'azione.Il secondo asterisco è rappresentato da una certa incongruenza tra la parte ambientata ad Hollywood, che serve a sdrammatizzare, e quella in Iran. Non solo le due parti stonano un pochino fra di loro in quanto una con toni da commedia e l'altra drammatica; ma assistiamo inoltre ad una forse eccessiva forzatura “romanzata” degli avvenimenti. Perché quando gira negli studi cinematografici Affleck scherza e prende in giro un certo cinema ma poi alla fine del film fa un po' uguale, con inseguimenti all'ultimo secondo e buoni sentimenti.Note di merito ad alcuni attori non protagonisti, in particolare Alan ”Argovaffanculo” Arkin e Bryan “Breaking Bad” Cranston. L'amico Ben, nei panni dell'agente della CIA Tony Mendez che organizza la missione, ci mette la faccia, si impegna, si vede, ma più di un tanto non riesce. Sicuramente non fa danni, ecco. Forse meglio così, un incentivo ulteriore a continuare la strada della regia, campo in cui sicuramente lo apprezziamo di più
Voto 7,5

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