5 grandi soprani in 5 celebri arie operistiche scelte da Paolo Statuti
La Wally, opera lirica in 4 atti di Alfredo Catalani, musicata su libretto di Luigi Illica. Andò in scena il 20 gennaio 1892 al Teatro alla Scala di Milano. Arturo Toscanini, sincero ammiratore di Catalani, diresse più volte l’opera e diede a una della proprie figlie il nome di Wally. Vincenzo Gellner, innamorato di Wally, la chiede in moglie al padre della ragazza Stromminger, ma Wally è innamorata di Hagenbach, nemico di suo padre, e pertanto dichiara che non ama e non amerà mai Gellner; il padre vorrebbe da lei ubbidienza, ma Wally rimane ostinata nella sua posizione e il padre allora la caccia di casa. Di qui l’aria “Ebben? Ne andrò lontana…”, dal I Atto. Eccola nella stupenda interpretazione di Renata Tebaldi (1922 – 2004).
Rusalka, opera in 3 atti di Antonín Dvořák e libretto in ceco di Jaroslav Kvapil. Rappresentata per la prima volta al Teatro Nazionale di Praga il 31 marzo 1901. Rusalka è uno spirito dei laghi e dei fiumi. Una notte nel lago di un bosco appare l’ondina, la quale parlando con lo Spirito delle acque, suo padre, gli confessa di voler prendere sembianze umane, per tentare di sposare un principe del quale è follemente innamorata. Cercato invano di dissuaderla, lo spirito le indica la capanna della strega Ježibaba che può aiutarla. Rusalka rimane sola e prima di incontrare la strega, si rivolge alla luna, pregandola di dire al suo amato che lei lo ama e che lo sta aspettando. Aria dal I Atto: “Měsíčku na nebí hlubokém” (“Piccola luna nel cielo profondo…”). Ve la propongo nella bellissima interpretazione del soprano slovacco Gabriela Beňačkowá, nata il 25 marzo 1947.
Norma, opera lirica in 2 atti di Vincenzo Bellini, su libretto di Felice Romani. Debuttò al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre 1831. Davanti al desiderio dei Galli di ribellarsi al giogo romano, Norma – sacerdotessa e veggente gallica, cerca di placare gli animi, dato che è scritto nel cielo che Roma dovrà cadere, ma non al momento e né per mano dei Galli. Ella rivolge la sua preghiera alla luna (“Casta Diva”), affinché porti la pace sulla terra. Quest’aria è legata alla unica e indimenticabile voce di Maria Callas (1923 – 1977).
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Il franco cacciatore, opera in 3 atti di Carl Maria von Weber, su libretto di Johann Friedrich Kind, rappresentata per la prima volta al Teatro Schauspielhaus di Berlino il 18 giugno 1821. Atto terzo. Nella sua camera Agathe, vestita da sposa, prega e dichiara la sua fede in Dio: “Und ob die Wolke sie verhülle” (“Pur se le nubi oscurano il cielo…”). Per questa aria ho scelto il soprano tedesco Elisabeth Grümmer (1911 – 1986), dotata di una voce angelica e di eccezionale bellezza.
Ecco il testo della cavatina nella mia versione:
Pur se le nubi oscurano il cielo,
il sole resta, anche se velato;
tutto domina un santo volere,
il mondo non è retto dal fato.
Un occhio puro in eterno vedrà,
e anche di me esso cura avrà.
Il Padre mio mi ama e mi protegge,
in Lui la mente e il cuore mio riposa,
e fosse anche la mia ultima ora,
a una sola sua parola sarò sposa:
il suo occhio puro in eterno vedrà,
e anche di me esso cura avrà.
Cavalleria rusticana, opera in un unico atto di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni – Tozzetti e Guido Menasci, andata in scena per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma il 17 maggio 1890. Santuzza svela a Lucia, madre di Turiddu, la relazione tra quest’ultimo e Lola. Turiddu ormai l’ha disonorata per ripicca contro Lola, alla quale prima di andare soldato aveva giurato fedeltà eterna, e che ora continua a frequentare, malgrado sia sposata con Alfio. Ecco la celebre aria “Voi lo sapete, o mamma…”, nella stupenda interpretazione del soprano spagnolo catalano Montserrat Caballé, nata a Barcellona il 12 aprile 1933.