Per la scienza l’arquebuse ha un nome solenne: Tanaceto, termine di derivazione greca che significa “immortale”. E, in effetti, descrive bene il carattere di questa pianta perenne, che non teme nè il gelo nè le calde estati.
Il suo profumo è intenso, quasi balsamico, ed è conosciuto per le sue proprietà aromatiche e stomatiche. Infatti è noto soprattutto sotto forma di liquore, realizzato per infusione, dall’alto potere digestivo tipico del Piemonte e del sud della Francia.
Avendolo in giardino, però, mi sono incuriosita e ho provato a utilizzarlo in alcune ricette. Nella tradizione piemontese veniva impiegato nella preparazione di infusi casalinghi amari per favorire la digestione. In Inghilterra, dove attualmente è quasi sconosciuto, veniva usato per aromatizzare i pudding. Nello Yorkshire, i semi di tanaceto venivano usati nei tradizionali biscotti serviti ai funerali.
In ambito domestico ma non culinario, può essere utile per tenere lontane le mosche, appendendone alcuni rami alla finestra, e per cacciare gli insetti, sistemandone le foglie nei cassetti.
Tenendo presente che non può essere consumato in grandi quantità a causa della presenza del tujone, olio volatile tossico, potete utilizzarlo tritato per aromatizzare salse, torte salate e ricette semplici come la crema di finocchi, da servire come antipasto leggero.
ingredienti: foglie di finocchio (quelle che eliminereste perché troppo dure), zenzero fresco, succo di lime, sale, olio evo, 1 foglia di arquebuse
Bollire le foglie di finocchio fino a che non saranno diventate morbide. Scolarle e frullarle con lo zenzero, il succo del lime e aggiustare di sale. Montare la crema, a mo’ di maionese, aggiungendo l’olio evo necessario. Tritare la foglia di arquebuse e mescolarla al composto. Servire con pane leggermente tostato.