Nonostante lo sciopero dei giornalisti, avrete sentito o letto nella rete sulla stampa internazionale dell’arresto da parte del Tribunale di Roma di tre uomini vicinissimi a Berlusconi, accusati di aver tramato per corrompere i giudici della Corte Costituzionale sulla sentenza di legittimità del Lodo Alfano. Fra questi uomini c’è anche Flavio Carboni, 78 anni, già piduista, già accusato e assolto nel processo sull’omicidio di Roberto Calvi. Gli altri due sono un ex dirigente democristiano campano, Pasquale Lombardi e l’impresario napolteano Arcangelo Martino. L’accusa contro i tre, ottenuta grazie a intercettazioni ambientali, ricorda da vicino la ricostituzione della P2:
“Formare un’assocazione segreta destinata a realizzare una serie indeterminata di delitti, influire nelle decisioni politiche, pilotare processi, decidere sulle nomine dei componenti di organi dello Stato di rilievo costituzionale e di condizionare il funzionamento di detti organi dello Stato”
Nell’ordine di arresto, i giudici di Roma spiegano che lo scorso 23 settembre, pochi giorni prima della sentenza della Corte costituzionale sul Lodo Alfano, i tre uomini si sono incontrati in casa del coordinatore del PDL Denis Verdini per tentare “un avvicinamento ai giudici della Corte Costituzionale” per ottenere un verdetto favorevole al Lodo Alfano.
Alla riunione avevano partecipato anche Marcello Dell’Utri, condannato in Appello per 7 anni per complicità mafiosa, il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo e i giudici Antonio Martone e Arcibaldo Miller.
Se Flavio Carboni dovesse mai parlare, e dire quel che sa su Dell’Utri, Berlusconi & co., sarebbe probabilmente il più grande scandalo della storia italiana.