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Aspettiamo sempre Godot

Creato il 25 gennaio 2011 da Sogniebisogni

Samuel Beckett

We wait. We are bored…No, don't protest, we are bored to death, there's no denying it. Good. A diversion comes along and what do we do? We let it go to waste... In an instant all will vanish and we'll be alone once more, in the midst of nothingness!

Samuel Beckett, Waiting for Godot

Una imparruccatissima rappresentazione di Godot all’Argentina, con spettatori impellicciati e declamazioni un po’ troppo stentoree, alla «Gassman legge l’elenco del telefono». Eppure non è possibile distruggere Beckett, è fatto di basalto e sembra refrattario ad ogni depotenziamento, assorbe la luce delle interpretazioni senza riflettere nulla. Sulla scena c’è il nulla. I personaggi vengono dal nulla e vanno nel nulla. Non succede nulla. I fatti e le battute si ripetono meccanicamente e persino l’albero rinseccolito sta lì a dimostrare che ci troviamo già in un –post, uno stato successivo ad ogni possibile movimento (La morte? La mente? La dannazione? La follia?). Estragone e Vladimiro aspettano un Salvatore, sono i ladroni al lato della croce vuota. Sono i doppi gentili di Pozzo e Lucky. Sono l’io e l’es, sono il popolo irlandese, sono la resistenza al nazismo, sono scrittori in attesa di un’ispirazione, sono sommersi e salvati dallo sterminio, ottimista e pessimista, razionale e poetico, clown bianco clown augusto. Tutte le interpretazioni sono valide allo stesso momento, ma Beckett stesso le rifiutava tutte. E dentro questo Alef caleidoscopico io vedevo me stesso e il mio paese e le mie attese personali e le vostre. E il piccolo re-tiranno e i suoi schiavi-complici e tutti i vorticosi discorsi che l’umanità vanamente intraprende nell’attesa di un senso. Non è possibile distruggere Beckett.


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