Vorrei segnalare, a tutti gli appassionati di storia bizantina, il sito web dell’Associazione culturale Bisanzio. Questa la descrizione che ne viene fatta sulla loro pagina facebook:
Il nostro scopo è quello di diffondere la cultura millenaria di Bisanzio e per questo abbiamo deciso di utilizzare internet come volano di informazioni. I nostri utenti vanno dal semplice appassionato allo studioso, dal curioso allo scrittore. Vogliamo offrire un servizio aperto a tutti, in maniera speciale agli amanti di Bisanzio che voglio trovare qualcosa di più specifico e più scientifico. Sicuramente non potremmo mai ambire ad essere una risorsa per la ricerca accademica, ma proveremo a fornire più informazioni possibili ai nostri utenti. Un progetto ibrido quindi, che abbraccia sia il semplice amante della storia bizantina, sia il ricercatore scientifico.
Per gli animatori dell’associazione e del sito, quella di Bisanzio è:
un’avventura lunga e gloriosa che tuttavia – e non solo nell’immaginario collettivo- è vista ancora quale stanco e interminabile strascico d’una romanità decadente. Bisanzio, ovvero un millennio d’intrighi, di vacue dispute teologiche, d’oscura e stanca retorica. Ed è con l’ambizione di tacitare tali luoghi comuni che nasce questo progetto, destinato a contribuire a far svanire le nubi ed i fantasmi che ancora, ostinatamente, velano ed oscurano la millenaria vicenda di quello che siamo soliti definire Impero bizantino, perfetta sintesi di continuità e di trasformazione dell’eredità romana con le esigenze delle mutate situazioni territoriali, politiche, economiche e culturali, in grado di accogliere tra le sue tolleranti braccia popoli, culture e idee in nome dei grandi principî della fedeltà all’Impero, della lingua greca e, soprattutto, del Cristianesimo. Un’avventura lunga e gloriosa, dunque, che vide la permanenza di una società urbanizzata anche in secoli bui, che vide una vitalità culturale impressionante, tanto brillante da resistere al crollo politico e da influenzare il nostro Rinascimento, che diede vita ad uno Stato sostanzialmente laico, sia pur dominato da un sovrano santo e da Dio scelto, e che godette di una burocrazia di rara efficienza e di una classe dirigente varia, colta ed operosa. Nel nome del rispetto e della conservazione di quell’ordine da Dio costituito che era l’ideale principe.