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Ast: ne’ mafiosa, ne’ “contigua alla mafia”, ne’ “professionista dell’antimafia !!

Creato il 22 febbraio 2012 da Sidast

AST: NE’ MAFIOSA, NE’ “CONTIGUA ALLA MAFIA”, NE’ “PROFESSIONISTA DELL’ANTIMAFIA !!

Non vogliamo assolutamente, almeno noi del Sidast, un’Ast mafiosa e nemmeno “contigua” alla mafia o, peggio, “professionista dell’antimafia”.

 

Vogliamo, piuttosto, un’Azienda assolutamente normale, guidata da manager capaci ed efficienti,  che guidino la Società come “buoni padri di famiglia” e che non si affannino, in maniera più che sospetta, a redigere in continuazione codici etici e a firmare a destra e a manca protocolli di legalità quasi a volersi rifare una verginità persa da tempo.

 

Vogliamo una Società che applichi i contratti di lavoro, che non abbia remore a pubblicare sul proprio sito i rapporti di consulenza in essere, che non falsi i propri bilanci, che non assuma in maniera difforme dalle vigenti leggi. E ancora, che non realizzi concorsi interni ed esterni pilotati quando non addirittura truccati, che denunci i furti subiti anche senza l’autonomo intervento delle forze dell’ordine, che non pubblichi per un solo giorno le “news” sul proprio sito istituzionale per poi farle sparire al pari di importanti documenti aziendali e che, con la scusa della salvaguardia della privacy non indichi i titoli di studio, a volte falsi ma, soprattutto non posseduti per niente, che hanno consentito, ad alcuni raccomandati di ferro o fedelissimi, di far carriera a danno di quei colleghi ingiustamente esclusi nelle selezioni.

 

E che dire di quel Direttore Generale che, dopo aver accusato ingiustamente (vedi assoluzione piena) un dipendente di averlo diffamato è stato qualche mese dopo “sospeso” dall’incarico ricoperto per dieci lunghi mesi anche se in seguito “salvato” da un paio di funzionari regionali inviati ad indagarlo “per finta”?

 

L’Ast deve tornare ad essere quella che è sempre stata: la più grande ed importante Azienda Pubblica del tpl della nostra Regione e non fatta fallire per essere poi regalata a qualche chiacchierato imprenditore confindustriale che da tempo fa parte della cricca aziendale assieme a prestigiosi esponenti della Magistratura, del Governo Monti, del Governo Regionale e del sottobosco politico della Capitale che, in gruppo hanno dato vita ad una sorta di P2, una Loggia Massonica non sappiamo se con tessere numerata e con o senza una sede fissa.

 

Adesso ci penseranno i Giornalisti d’inchiesta e le varie Magistrature d’assalto a impedire che si commetta l’atroce delitto della privatizzazione dell’Ast attraverso sporchi trucchi come quello messo in atto con la creazione della Jonica Trasporti prima e della fusione per incorporazione della stessa lillipuziana azienda dopo messa in atto da un Consiglio di Amministrazione scaduto che, anziché limitarsi all’ordinaria amministrazione si consente, con la benedizione del Governatore Lombardo, di dare vita ad un’operazione straordinaria che, a detta del Prof. Raimondi risulta (e con tale parere contestando le conclusioni del Prof. Giovanni Pitruzzella) in contrasto con quanto stabilito dall’art. 23 bis del D.L. 135/2009 convertito con modificazione dal D.L. 166/2009 che non consente alcuna deroga in materia di affidamento di servizi in house.

 

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