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Atac: riparte l'anno ed è subito disagio.

Creato il 07 gennaio 2013 da Stifler84
Disagio il primo dell'anno, disagio tutto l'anno (per saperne di più leggi post precedente). Roma riparte, riaprono uffici, scuole, chi ha un lavoro prova ad arrivare a destinazione, chi no prova almeno a muoversi per cercarlo. Ore 18.35, arrivo alla stazione Flaminio, per prendere il treno urbano delle disfatte, quello della linea Roma-Montebello, o Roma-Viterbo. E' subito caos, ed è soltanto 7 gennaio. Un uomo urla in biglietteria, non è chiaro cosa sia successo ma si sente la sua voce risuonare: "siete vergognosi". Non ha tutti i torti, penso. Anzi, credo che abbia proprio ragione. Mi chiedo soltanto perché tutti si lagnano alla biglietteria, perché piuttosto le biglietterie non si boicottino in maniera organizzata per uno, due o più giorni al mese per intraprendere forme di lotta e pressione a questa azienda che mette a serio rischio la salute fisica e mentale dei cittadini romani. L'uomo supera i tornelli, tutti lo guardano, tacitamente assentono, ma lo lasciano solo. Come sempre. Qualcuno si arrabbia, gli altri sono d'accordo, ma sempre rimangono muti e defilati. Il problema non è chiaro, ma si può certo intuire: il trenino urbano Flaminio-Montebello è un vero strazio, ogni giorno sono molte le corse che saltano ogni giorno. Un giorno è saltato addirittura il 30% delle corse. Le motivazioni di questo disservizio non si conoscono bene, perché il capostazione è sempre chiuso nel suo ufficio, nessuno che ti dia una spiegazione, i responsabili - che hanno certamente buoni maestri nei piani alti da cui prendere esempio - stanno accucciati buoni buoni, metteno due omaccioni davanti alla porta, i quali dovrebbero vigilare sulla sicurezza in stazione, invece fanno i bodyguard del capo. Fatto sta che in un orario di rientro come quello è impensabile che non ci sia alcuna corsa per 40 minuti, due corse saltate (18.42 e 18.54), ultima partenza utile quella delle 18.28 e successiva alle 19.08, gente di tre treni ammassata su uno: e perché non degnarsi almeno di uscire e dire come stanno le cose? Perché non tentare di spiegare come e perché mandano sempre qualche povero disperato (spesso proprio il bodyguard) a dire che è un problema di carenza di personale, quando fuori, proprio nel momento delle urla 6 o 7 macchinisti parlottavano all'esterno del bar: cosa ci stavano a fare? Chi sono? Chi li paga? Non sono dipendenti? Forse, chissà, erano solo dei barboni pettinati e rasati, che hanno trovato nei bidoni un giaccone dell'azienda. O peggio, criminali che hanno estorto con minacce quel giaccone a chi glieli fornisce: i contribuenti.

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