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ATOMIC AGGRESSOR, Sights Of Suffering

Creato il 25 marzo 2015 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Atomic-Aggressor

Nel 2009 uscì per Iron Bonehead una compilation chiamata Retrospectiva Al Metal Chileno, un documento estremamente interessante che conteneva tutta una serie di pezzi di gruppi thrash/death metal cileni tratti da cassette uscite verso la fine degli anni Ottanta. Un manifesto che la dice(va) lunga sulla prolificità della scena metal di un Paese magari periferico geograficamente e snobbato da molti, non privo però di qualità. Alcuni gruppi hanno avuto la possibilità di beneficiare di una distribuzione più larga: Death Yell, Necrosis e i grandiosi (per me) Torturer, gli ultimi due tra l’altro presenti sulla suddetta compilation. I Torturer, poi, sono stati fra i pochissimi a non sparire mai nel corso degli anni. Altre band hanno avuto l’onore di veder raccolti i propri vecchi demo contestualmente a un ritorno (o prima o dopo) sulle scene, accompagnandolo persino con nuove uscite: Totten Korps e Atomic Aggressor appartengono a questa seconda categoria. La compilation degli Atomic Aggressor è stata pubblicata nel 2008 ed è ancora facilmente recuperabile sia su vinile sia su cd: mostrava una formazione alle prese con un death/thrash grezzo e violento come il Sud America ci insegna spesso. Gli Atomic Aggressor targati nuovo millennio, dopo i singoli split con Unholy War e Death Yell (ancora loro), si presentano infine con un full-length di death metal discretamente à la page e dal suono più internazionale. Registrazione molto più pulita e pompata e delle coordinate che a me fanno pensare inevitabilmente ai Vader. Quindi death molto violento, classico ma comunque al passo coi tempi. Sights Of Suffering è molto godibile, la ricetta d’altra parte è stata provata da molti prima e con successo, magari si è giusto un po’ persa la particolarità del suono legata alla provenienza geografica, dovuta forse anche a una forma di isolamento all’epoca. Oggi il villaggio è globale e anche il death metal che vi si suona, quindi più di tanto non ci si può lamentare. Voto: io il disco lo consiglio, penso che si sia capito di che death metal si tratti, chi vede nei Portal i maestri contemporanei del genere forse non sarà d’accordo con me.


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