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Attacco al brand Renzi. Fine primo tempo, palla al centro (destra)

Creato il 06 agosto 2011 da Firenze5stelle @firenze5stelle
La Corte dei Conti ha condannato in primo grado l’attuale Sindaco di Firenze per danno erariale in seguito ad assunzioni a tempo determinato durante il mandato in Provincia di Firenze, mentre il PD+L attacca e chiede una commissione di inchiesta in merito ad altre “spesucce” sempre durante gli anni provinciali.

Il brand Renzi deve cominciare un restyling ? Vedremo, i protagonisti faranno ricorso, ma nel frattempo dal web troviamo e riportiamo la notizia che il  PD+L RISPOLVERA FLORENCE MULTIMEDIA: MA SENZA NOMINARE RENZI ed altre cosucce.

Il Pdl rispolvera la questione più spinosa mai sollevata a Firenze contro Matteo Renzi, ai tempi della sua presidenza in Provincia. Si tratta principalmente di Florence Multimedia, la società di comunicazioni alla quale la Provincia avrebbe affidato servizi fuori contratto. Il totale “sospetto”, su cui si è concentrata l’attenzione del Ministero dell’Economia ammonta a 16 milioni di euro, tra dirigenti, Florence Multimedia e comparto. Oggi il Pdl proprio in Provincia, nella sala stampa intitolata a Oriana Fallaci e data in gestione a Florence Multimedia, ritorna sulla questione, chiedendo all’attuale Giunta guidata da Andrea Barducci (che all’epoca era il vice di Renzi) di istituire una commissione per valutare i rilievi fatti dagli ispettori della Ragioneria Centrale del Ministero dell’Economia.
Per quanto riguarda Florence Multimedia, che fu il tema politica dal potenziale più rovente della Giunta (provinciale) Renzi (e sul quale è tornata il 25 giugno ‘Repubblica’) è evidente la disparità di cifre tra le deduzioni della Ragioneria e le contro-deduzioni formulate dalla Provinica: sette milioni contro un milione fuori contratto, su servizi che, semmai, dovevano essere affidati a gara. “Fatto sta -accusa Samule Baldini, capogruppo Pdl in Provincia- che persino la Provincia, con le sue controdeduzioni, ammette che le irregolarità ci sono state. Dal punto di vista politico, un milione o sette milioni, cambia poco”. Del resto, ricorda Baldini, “noi ci siamo candidati nel 2009 dicendo che Renzi aveva usato la Provincia. Oggi arrivano i primi segnali che ci danno ragione”.

Sulla possibilità di un passaggio ulteriore della querelle, e cioè un esposto alla magistratura, il Pdl compattamente si rifiuta di pensarci. “Per noi la questione è politica -spiega Nicola Nascosti, coordinatore provinciale- semmai dovrà essere la magistratura, che è informata della vicenda attraverso la Corte dei Conti, a fare le valutazioni che riterrà opportune”. Inoltre, secondo Nascosti, emerge comunque che “in questa città nessuno è esente da colpe, quando si tratta di costi della politica”. Per il Pdl provinciale, dunque, quello di Florence Multimedia è innanzi tutto un problema di soldi spesi male da Renzi. Lo stesso Renzi, che da sindaco, mentre viene accusato di aver buttato via alcuni milioni di euro, ripete di aver portato, soltanto l’altro ieri, 100 milioni di euro a Firenze grazie alla Tav. Questo, per dare un’idea della partita mediatica.

Su Florence Multimedia, sul ruolo del presidente Matteo Spanò, a fine giugno, era saltata fuori Repubblica, con un articolo al vetriolo, firmato da Maurizio Bologni: “dopo Palazzo Vecchio e le controllate del Comune, Matteo Renzi allunga la sua sfera di influenza sulle banche, quelle di credito cooperativo per l’ esattezza, tradizionale “feudo bianco”, area politica e culturale dalla quale il sindaco di Firenze proviene. Si racconta di imprenditori a lui vicini e di amici molto attivi nel settore (…) E tra questi imprenditori ci sono amici del sindaco. Di sicuro c’ è, inoltre, che il vertice della Banca di credito cooperativo di Pontassieve, luogo di residenza del sindaco, è stato scalato con successo da un suo fedelissimo, Matteo Spanò, insediato alla presidenza qualche settimana fa dopo una burrascosa elezione. Il “Renzi boy”, che come il sindaco di nome fa Matteo e di cognome Spanò, alla presidenza della Banca di credito cooperativo di Pontassieve – una delle più importanti della federazione che in Toscana raccoglie una trentina di istituti e complessivamente può essere ritenuto il terzo gruppo bancario dopo Intesa e Mps – è succeduto come presidentea Giorgio Clementi, al vertice dal 1987, a lungo presidente regionale delle banche cooperative da cui siè da poco dimesso, che ha rinunciato al rinnovo ma che avrebbe voluto al suo posto un altro candidato. La lotta è stata dura. Alla fine Spanò l’ ha spuntata. Come il sindaco di Firenze, il neo presidente della banca di Pontassieve è scout, dirigente, presidente regionale. Poco più grande del primo cittadino, 37 anni, è stato direttore di Florence Multimedia, creatura nel settore della comunicazione dell’ allora presidente della Provincia Renzi, che poi da sindaco lo ha chiamato alla presidenza del Museo dei bambini di Palazzo Vecchio.” Fin qui, Bologni. Sollecitati in conferenza stampa sugli attuali risvolti di quella che era la questione Florence Multimedia, e ora potrebbe avere altri connotati, soltanto Guido Sensi (che Renzi ha querelato e che ha udienza a ottobre) è pronto ancora a sfoderare la spada. Col dissenso manifesto dei colleghi Lensi, Nascosti e Baldini.

“Le accuse del Pdl ci sembrano insufficienti rispetto alla vera gravità di quelli che erano i rapporti tra Provincia e Florence Multimedia – ha poi commentato Tommaso Grassi, consigliere comunale di Sinistra e Cittadinanza- perché quello che era il metodo Renzi, ora si è trasferito in Comune. Se non si capisce questo, non si capiscono neanche le cause di questo spreco di soldi pubblici, utilizzati per promuovere invece la propria immagine e intessere la propria rete di rapporti”.

fonte

 

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