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La trama (con parole mie): in un prossimo futuro, la Terra devastata dalle guerre atomiche affronta i problemi di sovrappopolazione grazie ad una complessa struttura a livelli che mantiene attivo il collegamento tra l'ex Europa - ora Britannia - e l'Australia - denominata Colonia -.Douglas Quaid, un operaio sposato ed apparentemente felice, comincia ad essere turbato da incubi che lo vedono battersi per la salvezza sua, del mondo e di una donna misteriosa, e decide di rivolgersi alla Rekall - agenzia che fornisce ricordi fasulli - per cercare di distrarsi dai suoi sonni agitati.Ma proprio quando l'intervento sulla sua mente sta per iniziare, la polizia irrompe nell'agenzia ed inizia una vera e propria caccia all'uomo che vede protagonista proprio Quaid, ex agente segreto passato alla Resistenza catturato poche settimane prima e riprogrammato secondo i dettami di Cohaagen, bieco politico intento ad organizzare un'invasione robotica della Colonia.Riuscirà Quaid/Hauser a sopravvivere e salvare la Terra? E soprattutto, sarà vero quello che sta accadendo, o frutto dell'operato della Rekall?
E' sempre una faccenda tosta, per un regista, confrontarsi con un cult del passato.L'ispirazione rispetto ad alcuni titoli che hanno fatto la storia di uno o più generi comporta sempre il rischio di scomodi paragoni, che aumenta esponenzialmente in caso di remake.Tendenzialmente, non sono troppo favorevole all'idea dei rifacimenti di pellicole che hanno segnato la mia vita di spettatore - provate a pensare a cosa significherebbe assistere ad operazioni di questo tipo rispetto a titoli quali Arancia meccanica, I guerrieri della notte o Pulp fiction, giusto per citare alcuni cult inossidabili di intere generazioni -, e confesso che quando venni a sapere dell'intenzione di produrre una nuova versione del mitico Atto di forza fui più che scettico a riguardo.E devo ammettere che, passati i primi dieci minuti, l'impressione che si stesse preparando una vera e propria tempesta di bottigliate cominciava ad assumere le proporzioni di una certezza: niente Marte, atmosfere cupe in stile Blade runner, un taglio da dark sci-fi lontano dai colori sparati e dal look decisamente fumettoso dell'opera di Verhoeven. E soprattutto, ironia zero.Quello che era, dunque, uno dei punti di forza maggiori del film originale, si ritrovava sostituito da una componente riflessiva o pseudo tale da non lasciar presagire proprio nulla di buono per Colin Farrell e soci, intenti a concentrarsi sulla parte più politica ed action di un film che pareva già prendersi troppo sul serio. Fortunatamente, due fattori sono intervenuti salvando in corner tutta la baracca neanche fossero uno degli Schwarzy dei tempi migliori: l'idea che guardare questo Atto di forza come fosse l'originale - o comunque pensando a Verhoeven e al suo lavoro - non avrebbe giovato ed il mestiere sicuramente notevole del giovane Len Wiseman, che non aveva sfigurato neppure nel confronto con un altro mito di un paio di decenni fa portando sugli schermi l'ultimo e discreto Die hard: vivere o morire.Così, osservando le peripezie di Quaid/Hauser in un mondo oscuro e ribollente, grigio ed opaco - per certi versi, le ambientazioni mi hanno riportato alla mente anche l'ottimo I figli degli uomini - e facendomi trascinare dalla spirale di violenza e scontri a fuoco in grado di ricordare più i Bourne e Minority report che non l'estetica kitsch ed una satira sociale spiccata di fondo, devo ammettere di essermi goduto anche questo film nonostante l'insolito piattume del protagonista - Farrell pare coinvolto nell'operazione più o meno quanto il sottoscritto rispetto ad un qualsiasi consiglio del Cannibale -, letteralmente spazzato via dal punto di vista della presenza scenica da un Bryan Cranston sempre in spolvero nel ruolo di Cohaagen e dal duello che occupa buona parte del crescendo della storia tra Kate Beckinsale nel ruolo della fittizia moglie di Quaid e Jessica Biel, amante di Hauser.Nella lotta tra le due donne - e tra le due realtà del protagonista - si intravedono un'idea davvero interessante ed un piglio coinvolgente da parte del regista, che con ogni probabilità si è divertito come un matto amplificando quella che, nella versione originale, era una sottotrama risolta come tale - seppur con ottimo stile -: l'ordine a tutti i costi - e la sete di controllo - di Lori contro l'improvvisazione di stampo distruttivo di Melina, il passato da agente segreto ed il presente da rivoluzionario, lo status quo e l'incertezza, una vita felice ed una completamente caotica, il Potere e la Resistenza.Osservando meglio, pare quasi che tutta questa fantascienza fatta di viaggi attraverso la Terra, tecnologie avanzatissime e ricordi impiantati - reali o meno che siano - si risolva dietro a tensioni presenti nell'Uomo dall'alba dei tempi, e sempre molto più semplici, animali e dirette di quanto non possano apparire.Da questo punto di vista, il confronto tra Hauser e Cohaagen - nello script non sempre ben delineato - appare come un pretesto per il protagonista di scegliere un aspetto altrettanto importante della sua vita: la compagna che ne definirà, in qualche modo, il futuro.Se, poi, tutto questo lo porterà anche a salvare il mondo, sarà decisamente grasso che cola: in fondo alla Rekall vendono pacchetti che possano realizzare i nostri sogni proibiti.E quale bambino - e non solo - non ha mai accarezzato l'idea di diventare un agente segreto sempre in lotta per la vita e per il mondo?L'importante è che, al risveglio, al nostro fianco ci sia la donna giusta.
MrFord
"You're a heartbreaker
dream maker, a love taker
don't you mess around with me
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dream maker, a love taker
don't you mess around, no no no."Pat Benatar - "Heartbreaker" -
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