Magazine Attualità

Attori allo scoperto: Leonardo Lidi, attore e regista in “Addio a chi si nasconde”

Creato il 31 maggio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Leonardo Lidi, piacentino, classe 1988, frequenta la Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Torino, diplomandosi nel giugno 2012. addio-a-chi-si-nasconde-protagonisti Dopo il debutto con “Sogno di una notte di mezza estate ” nel ruolo di Bottom, per la regia di Valter Malosti, ha lavorato con Andrea De Rosa , prendendo parte allo “Studio sul Simposio di Platone”, scritto da Federico Bellini e prodotto da Emilia Romagna Teatro, interpretando Socrate .

Nello stesso periodo esordisce come regista con “Genesi9” e “Charlotte”, adattamenti drammaturgici dai testi di Rainer Fassbinder e Arnold Wesker. Reduce dal successo dell’Amleto malostiano, in cui interpretava il ruolo dell’enigmatico protagonista, il giovane attore ha da poco iniziato anche l’attività di insegnante presso il Teatro del Marchesato di Saluzzo (a Cuneo) e Teatro151 (a Piacenza), portando in scena il celebre “La visita della vecchia signora” di Durrenmatt.

Ultimi progetti: un fortunato cortometraggio dal titolo “Express”, scritto con l’amico e collega Christian La Rosa, e un interessante spettacolo (nonché ulteriore prova da regista per il giovane Leonardo), “Addio a chi si nasconde”, con in scena anche Domenico Sannino e Giorgia Cipolla, a partire da domani sino al 6 giugno, presso SteelArt, a Piacenza,.

Leonardo, come nasce il tuo progetto “Addio a chi si nasconde”?
«“Addio a chi si nasconde” è uno studio sulla drammaturgia di Tennessee Williams, incentrato particolarmente sullo Zoo di Vetro, considerato il testo più autobiografico dell’autore. Lo spettacolo è pensato per uno spazio non convenzionale: nel caso di Piacenza, un atelier dove le bellissime cucine in acciaio inox di Stell Art faranno da scenografia naturale. “Addio a chi si nasconde” è il secondo capitolo di un progetto avviato con e per questa città, che mi ha dato i natali, basato sul fenomeno del “teatro in vetrina”: l’attore, cioè, instaura un rapporto diretto con il pubblico, che, a pochi centimetri di distanza, vive la serata da protagonista assoluto. In scena, insieme con me ci saranno Giorgia Cipolla, attrice palermitana diplomata al Teatro Stabile di Torino, e Domenico Sannino, protagonista anche nella prima tappa di questo percorso (in quell’occasione lo spazio scenico fu un negozio di lingerie da donna, indimenticabile)».

Dacci qualche anticipazione sull’opera.
«Il tema principale di questo spettacolo è il nascondersi: la vera domanda non è chi si nasconde, ma chi non lo fa.  Nella quotidianità è così rara questa condizione? Io penso di no. Credo che ognuno di noi, inconsciamente o meno, ricerchi equilibrio e tranquillità, sebbene agisca nella falsità. Questo accade in parecchie famiglie, ed è proprio quello di cui voglio parlare in questo spettacolo. Quanti limiti ci sono nell’amore del nido familiare? Quanto questa protezione costante ci può danneggiare? Non ho risposte pronte, spero però di approfondire la questione replica dopo replica».

Attore, regista: che cosa significa per te “mettersi al lavoro”?
«Questa sarà la mia settima regia: sono alquanto divertito dalla cosa, euforico a tratti. Ho appena trascorso alcuni interessantissimi giorni assieme ai nuovi allievi della Scuola di Teatro di Torino diretti da Valter Malosti: è una soddisfazione collaborare con chi ascolta, con chi si vuole mettere in gioco. Noi giovani viviamo nell’insicurezza costante  e nella tensione spasmodica di raggiungere la perfezione, ansiosi di piacere a chiunque si abbia di fronte. Io credo che il punto di partenza sia un altro. Per comunicare c’è bisogno di autenticità, e questa non la si raggiunge certo pensando di assomigliare a qualche bravo attore del passato oppure emulando i nostri compagni più dotati. Per ottenere il risultato l’unico passaggio obbligatorio è il lavoro. E capire che il risultato conta, ma il lavoro molto di più».

Nella tue passate performance ti abbiamo visto recitare nei panni di alcuni importanti personaggi shakespeariani. Quanto resta di loro in te?
«Lo dicono tutti ma è la verità : Shakespeare è una grande palestra. Nessuno come lui ti obbliga a non pensare agli orpelli stilistici e a concentrarti sul testo. Testo, corpo, respiro. Non serve altro. Peccato che sia la cosa più difficile da ottenere in questo mestiere. Quest’estate sarò con Maurizio Panici nel suo “As you like it”, nel ruolo di Orlando. Spero vivamente che Shakespeare mi stia tra i piedi ancora a lungo».

Qualche ringraziamento particolare?
«Vorrei ringraziare chi ha reso possibile questo progetto. Stefania Capasso per il gruppo giovani associazione Piacenza musei, e Giorgio e Daniela di SteelArt. Non è facile trovare persone così disponibili oggigiorno. Ci hanno letteralmente dato “le chiavi della porta” per farci entrare nel loro mondo di quadri e acciaio. Non saprei come sdebitarmi. Per concludere, è obbligatorio prenotarsi, vi aspetto».

Per info e prenotazioni: [email protected]; tel: 0523614650; cell: 3384434806.

Articolo di Matteo Tamborrino.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :