di Francesco Gori
Austin 2014 e lo spettacolo della MotoGP: in Texas il vincitore è ancora Marc Marquez che precede sul traguardo il compagno Daniel Pedrosa, in un completo dominio Honda. Sul podio sale a sorpresa uno splendido Andrea Dovizioso su Ducati. Da dimenticare il week-end Yamaha: clamorosa partenza in anticipo di Lorenzo e ride through che lo elimina dai giochi; sfortunato Rossi che, quando era quarto ai piedi del podio, subisce un brusco calo delle prestazioni della sua moto per un problema ad una gomma e finisce desolatamente ottavo.
PROVE. La trasferta texana serve per capire se qualcuno riuscirà nell’impresa di fermare Marc Marquez: se il Rossi visto in Qatar, se il Pedrosa ritrovato, se il Lorenzo non-per-le-terre come nella prima uscita stagionale. Le prime prove libere confermano che il campione del mondo è al momento una spanna sopra a tutti. Per lui parlano non solo la prima posizione, ma i distacchi abissali sui rivali. La Ducati di Dovizioso mette in fila buoni tempi, mentre le Yamaha sono in costante affanno. Le prove ufficiali non lasciano ulteriori dubbi: sul circuito sul quale Marquez debuttò un anno fa con un podio, pole e record su giro abbattuto con 2:02.773. Secondo è Pedrosa a 289 millesimi, terzo Bradl a conferma del dominio Honda. Quarta la prima delle Open, quella di Aleix Espargaro del team NGM, quinto Lorenzo a quasi mezzo secondo, con un millesimo di vantaggio su Rossi. Prima Ducati quella di Cal Crutchlow.
GARA. Rombo dei motori e partenza nel segno della sorpresa: Jorge Lorenzo parte nettamente prima del semaforo verde ed è costretto al ride through. Gara compromessa subito per lo spagnolo. Grazie al regalo del pilota Yamaha sono le due Honda di Marquez e Pedrosa ad andare in testa, mentre Rossi, causa pattinamento, perde un paio di posizioni. Ottimo Iannone inn terza posizione.
Valentino attacca e supera Dovizioso e si fa sotto a Bradl e Crutchlow: ai -18 li passa entrambi e si lancia su Iannone. Il ritmo del pesarese è buono, e in altri tre giri tenta il sorpasso sul connazionale ma va leggermente largo. Davanti fanno un’altra gara: Marquez domina, considerando anche che monta gomme hard, nonostante Pedrosa tenti di mantenere un gap accettabile.
Non è giornata per la Yamaha: dopo una bella rimonta, all’improvviso Valentino Rossi perde posizioni in successione, prima da Bradl, poi da Dovizioso, Espargarò e Smith. È evidente il problema di gomme, che elimina il Dottore dalle posizioni che contano. Lorenzo intanto rimonta in modo furioso, cercando di assicurarsi almeno qualche punticino.
A sei giri dal termine l’unica battaglia è quella per il terzo posto: l’ottimo Iannone sale coi tempi sul giro, Bradl e Dovizioso lo incalzano e superano. È lotta Italia-Germania per il podio, mentre la Spagna può già festeggiare primo e secondo posto. Dovizioso ci prova ai -5 e sorprende Bradl. Per poi allungare con una Ducati finalmente in palla, e salire su un podio davvero insperato.
Può festeggiare Marquez, può festeggiare una Honda superlativa, può festeggiare Borgo Panigale che torna sul podio. Rossi conclude ottavo, Lorenzo decimo.
Che Austin fosse una delle piste, se non la preferita in assoluto di Marc, lo conferma una vittoria mai in discussione, la seconda consecutiva. Di questo passo, e con la Yamaha tecnicamente in ritardo, il mondiale bis è cosa più che probabile.
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