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Austin: hamilton aiuta alonso, ad interlagos ultima chiamata

Da Postpopuli @PostPopuli

di Francesco Gori

Alla prima in assoluto ad Austin, Stati Uniti, Hamilton vince e dà una mano ad Alonso, in vista dell’ultima chiamata ad Interlagos. Il rivale Vettel finisce sì davanti, secondo dietro l’inglese, ma lo spagnolo chiude sul podio, perdendo solo tre punti in classifica, -13 dalla vetta. Non male, visto come si era messo il week-end. Le solite qualifiche disastrose avevano infatti costretto Fernando al nono posto in griglia, poi divenuto settimo per le penalità a Massa (voluta dalla squadra per favorire il suo pilota di punta) e Grosjean.

AUSTIN: HAMILTON AIUTA ALONSO, AD INTERLAGOS ULTIMA CHIAMATA

Il suggestivo circuito di Austin – motorionline.com

In partenza lo spagnolo è il solito razzo: subito 4°, dietro alle due Redbull e alla McLaren di Hamilton. Webber dura giusto il tempo di rompere l’alternatore, ma i tempi sul giro dicono che per la prima piazza è una cosa a due, tra il tedesco e l’inglese. E, dopo un lungo inseguimento, il sorpasso è cosa fatta al giro 42. La freccia d’argento vince, davanti ai due contendenti mondiali, anche se il ferrarista paga sul traguardo un distacco di ben 40 secondi. Dietro, una gara grintosa di Felipe Massa che chiude quarto, davanti all’altra McLaren di Button, autore di una bella rimonta. Fa tristezza invece vedere un campione come Michael Schumacher (16°) partire dalla quinta piazza, per poi essere ridicolizzato da tutti, giro dopo giro.

Rimane Interlagos-Brasile, ultima chiamata Ferrari. Diciamo le cose come stanno: sulla carta, l’Alonso campione del mondo pare una chimera. Per la superiorità della Redbull-monoposto, per il piede di Vettel, per lo svantaggio da recuperare e gli avversari che dovranno frapporsi necessariamente tra i due. A formare un cordone di alleati, oltre che Hamilton, sono quindi chiamati Button, Raikkonen e Massa, altri non ce ne sono. A conti fatti, Fernando dovrà vincere e sperare in un quinto posto come risultato massimo da parte di Vettel. Oppure arrivare almeno terzo, con il leader mondiale ritirato. La dea bendata è l’unica che potrebbe aiutare una Ferrari incapace di evolversi, debole in prova e con grossi difficoltà nella messa in temperatura delle gomme, come accaduto in terra americana.

La speranza è che si ripeta il Brasile del 2007 della gioia, quello che regalò a sorpresa il titolo a Kimi Raikkonen, autore di una clamorosa rimonta ai danni di Hamilton e dello stesso Alonso. Che non si ripeta invece quello del 2008 del dolore, quando un Felipe Massa con l’iride già al collo, si vide beffato a 4 curve dalla fine del gp, quando Hamilton superò Glock.


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