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Ora, lasciate che vi esprima un paio di perplessità. La prima è relativa al fatto che la fabbrica appartenga davvero "a tutti noi" come dice lo slogan. Insomma, già questa mi sembra una bella presa per il culo, scusate la metafora. Voglio dire, è chiaro che la fabbrica non appartiene a tutti gli italiani. La fabbrica appartiene innanzitutto agli azionisti, ciascuno in ragione della quota in suo possesso. E qui mi direte: grazie tante, ovvio! In secondo luogo, la fabbrica può appartenere, almeno idealmente, a chi ci spilla sopra sangue e sudore, turni di giorno e turni di notte, catene di montaggio, infortuni, una vita intera per un pugno di lire al mese, e il rischio continuo che la testa voli via al primo refolo di vento, tra casse integrazioni e licenziamenti sempre in agguato come uno spettro dietro l'angolo.
La seconda perplessità è relativa al messaggio e al suo scopo. Cioè, tu, perché sei italiano, solo per il tuo status di cittadino, dovresti comprare un'automobile del gruppo Fiat, per sostenere questo "ambizioso" piano industriale, perché in un certo senso (quale?) il rilancio dell'Italia - e quindi di tutti gli italiani - passerebbe attraverso il rilancio della Fiat? È questo che vogliono dire? A parte il surrealismo protezionista del concetto in sé, ma dove mi va a finire il famoso libero mercato? E la concorrenza? E tutte le elementari considerazioni che ciascun consumatore legittimamente fa quando è in procinto di comprarsi un auto, tipo la comparazione dei prezzi, delle prestazioni, dell'estetica, dell'affidabilità, dei consumi, del service ecc.?
In altre parole, secondo gli illuminati manager Fiat (ma chi? Lapo?), gli italiani dovrebbero lasciar perdere tutto questo per il bene... di chi? della Fiat stessa? O in altre parole chiedono un'offerta agli italiani per salvare i loro concittadini operai, di cui peraltro - almeno a sentire i sindacati - non si sono fatti troppi problemi a tagliare le teste, Termini Imerese docet? Insomma, non risulta che storicamente ci sia stato un italiano ad aver chiesto per favore alla Famiglia Agnelli di costruire automobili e di diventarci ricchi. La Fiat è un'impresa privata e come tale se la deve cavare, facendo le sue scelte, prendendosi le sue responsabilità, eccetera eccetera. Il solo fatto di impiegare migliaia di persone non può contribuire a farla diventare una cosa pubblica. Quindi quello che mi viene da dire da quassù è "ar-ran-gia-te-vi!", fate dei buoni prodotti, belli e affidabili, siate competitivi coi prezzi, implementate strategie di marketing e di vendita accattivanti e vedrete che il mercato vi premierà. Ma non supplicate l'indulgenza e la condiscendenza dei consumatori. Altrimenti siate onesti fino in fondo e l'anno prossimo chiedete direttamente una firma sull'8x1000.
Tuttavia ripensandoci a mente più fredda, forse effettivamente hanno ragione. Le fabbriche appartengono davvero anche agli italiani, perché Marchionne & C. hanno finalmente riconosciuto tutte le agevolazioni che il Governo nel corso dei decenni ha concesso alla Fiat, aiuti che quindi provenivano dalle tasche dei contribuenti, i quali perciò è come se avessero comprato nel corso del tempo tanti piccoli pezzettini di Fiat. Certo che a 'sto punto allora bisognerebbe che fossero riconosciuti almeno anche dei dividendi, no? Se loro vogliono che gli italiani comprino automobili italiane, dovrebbero riservare agli italiani, quali comproprietari della Fabbrica, il classico trattamento riservato ai soci, ai padroni, ai dipendenti ecc. Chessò, tipo uno sconto del 40%. Vi pare troppo? Ma in fondo che cosa cavolo me ne frega a me? Tanto non potrei usufruirne.
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