Il patatoso venerdì trafficava con foglio di quaderno, righello, matite colorate e tutto quanto fa disegno. D. che fai? gli ho chiesto alla seconda ora. E lui: Faccio il calendario dell’Avvento. Adesso dimmi tu se avessi dovuto trovare sopportabile una simile attività, vista la mia atavica e congenita allergia a tutto quanto fa Natale – a proposito qui nel blog non ha ripreso a nevicare, mah! L’ho lasciato cuocere nel suo brodetto natalizio per un po’, sicché passato un tempo accettabile puntualmente è arrivata la domanda: Mi aiuti? Presa in mano la situazione – sì, la matita e la gomma per l’appunto – ho cominciato a disegnare venticinque caselline. Non pago D. ha aggiunto: Puoi disegnare anche un albero? E un angelo? E i bastoncini di zucchero? Insomma in poco tempo ci siamo trasformati nella mente e la mano, con lui schiavista impossibile a dare comandi, con l’aggravante dell’apparato critico – La stella non si fa con cinque punte, ma con quattro! Guarda D. che ti sbagli… No no a me piace con quattro punte, cancella e correggi! E io ho correggiato – senza la esse, ovviamente! Insomma alla fine mi sono guadagnata la beatitudine del Natale con Avvento, annessi e connessi, compreso il vento con pioggia che sta imperversando da due giorni. Un Avvento a vento che ci ha regalato il bonus del niente scuola, per oggi. Ma domani si ricomincia; qualcuno dei colleghi avrà l’infelice idea di coinvolgermi in qualche attività pre natalizia, nell’orrido mercatino della solidarietà ecc. ecc. Insomma, come il vento mi lamento – che fa pure rima inconsapevole. Mancano ventitré giorni all’alba. Ce la posso fare, è vero?
N.d.r. Ha iniziato a nevicare, nel blog, ” mo’ mo’ ” – manco a dirlo! Sono dispensati dalle visite quelli con problemi a vedere cadere la forfora!