Dallas si è meritata questa chance di tornare a giocarsi il titolo, Nowitzki e Terry c’erano in quel periodo, forse il migliore per la franchigia ma di sicuro il più buio per i mancati risultati ottenuti. Loro due, con Kidd e Marion, altri che l’anello NBA l’hanno solo sfiorato sono carichi e vogliosi di vincere, finalmente.
Questa fame si è tradotta in dei playoffs giocati alla grandissima, mostrando uno dei migliori attacchi della Lega oltre che una difesa che tutto sommato si lascia guardare e che è stata in grado di limitare gente come Bryant prima e Durant poi.
Le cifre sono dalla parte di coach Carlisle che ha avuto dai suoi ragazzi un attacco capace di produrre 99.7 punti di media e una difesa che ha tenuto gli avversari a 92.5, adattandosi però benissimo ai ritmi diversi delle franchigie affrontate.
PRIMO TURNO PLAYOFF:
Chiusa la stagione regolare con il terzo miglior record della Western Conference (57-25), i Mavs hanno incrociato i Portland Trail Blazers, squadra che negli ultimi anni è sempre stata chiamata al salto di qualità definitivo che però non è mai arrivato. Due vittorie nelle prime partite, due sconfitte nelle successive in trasferta e da lì il cambio di marcia e il passaggio del turno con le W prima in casa e poi fuori. Un Nowitzki sontuoso da 27.3 punti di media ha trascinato i compagni che pian piano hanno preso fiducia.
Questa fiducia è letteralmente esplosa contro i Los Angeles Lakers che dovevano essere l’ostacolo più grande per qualsiasi altra squadra della costa Ovest. I Mavs hanno vinto addirittura in 4 partite, uno sweep che ha causato parecchi malumori in casa gialloviola e che ha segnato la fine della carriera di coach Jackson. Solamente in gara 1 c’è stata partita perchè nelle altre tre l’attacco texano ha distrutto qualsiasi principio difensivo di LA, trovando dalla panchina delle risorse incredibili: Terry 19.8 punti, Stojakovic 12.5, Barea 11.5!
FINALE DI CONFERENCE:
L’ultima difficoltà per centrare le Finals 2011 erano i giovani e atletici Oklahoma City Thunder ma anche qui la forza del gruppo è emersa superando i problemi causati dagli avversari: la vittoria in gara 1 (la settima consecutiva fino a quel momento) ha visto un uomo solo al comando, il tedesco da Wurzburg, che ha chiuso con 48 punti, 12/15 da due e 24/24 ai liberi (nuovo record NBA). La seconda partita della serie è stata la più difficile perchè la sconfitta in casa poteva incrinare le sicurezza dei texani e invece le risposte sono arrivate nelle successive tre gare, vinte in rimonta dando dimostrazione di avere carattere e voglia. La chiave è stata, oltre come detto a Nowitzki, un giocatore inatteso come
Shawn Marion che con una difesa impressionante su Durant l’ha limitato in tutti i finali e in più in attacco ha chiuso con 14.2 punti sfruttando gli spazi al meglio.
Dallas è pronta alla rivincita e questa volta i giocatori, che partono da sfavoriti, sanno di dover restare concentrati fino alla fine perchè un’altra occasione come questa difficilmente tornerà.