Se le quotazioni azionarie crollano, l’azienda va male? Il prezzo del titolo NON indica se la gestione della baracca è sana e redditizia, anche se incorpora le previsioni future sull’andamento.
Sono giornate di attacchi speculativi alla finanza italiana, le piazze finanziarie sono bollenti (e vanno pure in blackout), il divario con i titoli di Stato tedeschi cresce.
ATTACCHI SPECULATIVI ALL’ITALIA
Il presidente della Bce Jean-Claude Trichet con insolita sincerità ha affermato « L’Italia deve anticipare i tempi del risanamento fiscale e deve approvare in tempi rapidissimi le riforme strutturali che le impediscono di crescere » Insomma ci dobbiamo dare una mossa. Questo però non vuol dire che le imprese quotate vadano male.
VALORI INFERIORI ALLA CASSA
Il settore italiano è molto legato alla finanza: le banche rappresentano la maggior parte del listino (per dimensioni). Ovvio che se crollano i titoli delle banche in America, lo schiaffo sul listino di Milano si sente due volte. Questo però non comporta che le imprese industriali (non finanziarie) quotate vadano male: il titolo in borsa risponde a logiche non sempre correlate all’andamento operativo dell’azienda.
I SOLDI IN BORSA = SOLDI ALL’IMPRESA
Per farla breve: le imprese si quotano per reperire capitali. Nella prima vendita (dall’emittente al primo compratore) i soldi del compratore finiscono nelle casse dell’azienda, che li usa per gli investimenti che ha descritto nel Prospetto Informativo. Le contrattazioni successive alla prima avvengono tra soggetti diversi dell’azienda. Quindi – se il titolo sale o scende – questo non tocca il alcun modo il ciclo economico “industriale”.
COME SCOPRIRE SE L’AZIENDA VA MALE?
Chiedetelo alle banche. Gli intermediari monitorano continuamente i parametri aziendali industriali (e non il titolo!) perchè hanno concesso credito. In questi giorni sono diversi i titoli in borsa perdono valore. Per tranquillizzare tutti aziende & banche creditrici si presentano in conferenza stampa insieme per dire “noi ci crediamo e li sosteniamo”. Poi se le azioni risaliranno è un’altra storia.