ROMA – Si recavano lì, in quella casa presa in affitto ai Parioli, dopo la scuola. Non per fare i compiti ma per incontrare i clienti. Un traffico continuo, sembra almeno un cliente al giorno. Le due ragazzine di 14 e 15 anni si concedevano in quell’appartamento nel quartiere altolocato per antonomasia di Roma, preso in affitto da Mirko Ieni, tra i cinque arrestati. E poi un brivido di ribrezzo: una delle due mamme, a quanto si apprende, sapeva tutto.
Una brutta vicenda di soldi, droga, tentate estorsioni. E prostituzione. Prostituzione di due ragazze minorenni che, attratte forse da guadagni facili e droga, avevano “accettato” di concedersi. Per ora sono 9 gli indagati già individuati dagli inquirenti ma, purtroppo, vi è il sospetto che i clienti delle due ragazze siano molti di più.
Tra gli arrestati c’è anche lei: la mamma della più piccola delle due che a quanto si apprende non solo era a conoscenza di tutta la vicenda ma, in base alla dichiarazione della figlia, la “obbligava ad andare avanti“. Si legge su Giornalettismo:
“[La mamma] sapeva bene le attività della figlia. Anzi, la sfruttava, trattenendo parte dei compensi. La conferma è arrivata dalla stessa ragazza, interrogata a sua volta. Non ha resistito alla pressione: ha ceduto dopo poco tempo, raccontando di aver continuato proprio per l’insistenza del genitore. «Mia madre mi obbligava ad andare avanti. Avevamo bisogno di soldi, ma io sognavo soltanto di tornare a scuola», si è difesa”.
E poi la madre della più grande che, insospettita degli atteggiamenti della figlia, l’ha fatta seguire, ha scoperto la vicenda e ha denunciato tutto:
“Era rimasta colpita dalla trasformazione della figlia, che era arrivata anche a minacciarla di morte e a picchiarla: insospettita, anche dalla sua disponibilità economica (tale da averle permesso di andare via di casa, ndr), aveva deciso di rivolgersi alle autorità. La ragazza più piccola ha raccontato agli inquirenti di essere stata quindi spinta dalla madre e dall’amica a fare un lavoro che non le piaceva. Da lunedì lei e la ragazza più grande sono state separate: la prima sta con i nonni, mentre la 15enne è stata affidata a una comunità.
Una drammatica vicenda di droga e soldi, quella delle due ragazzine. Il quotidiano Repubblica ha svelato alcuni dettagli dell’amicizia tra le due:
«Inizia sui banchi di scuola, in un liceo classico della capitale, l’amicizia spericolata di Emanuela (nomi di fantasia, ndr) 14 anni, la famiglia che tira a campare con un bar sulla via Prenestina, e di Serena (così le abbiamo chiamate), 15 anni, orfana di padre, una rabbia che le devasta vita e la porta più volte a scappare di casa. Su Facebook si fotografano insieme, trucco pesante, pose sexy e broncio sensuale, tatuaggi che parlano di “disperati amori”, ma anche cuoricini e ogni tanto immagini di giovinezza normale con i compagni di classe. Insieme hanno oltre quattromila amici, condividono il motto “freghiamo il mondo”, ma anche “vita ti odio”, e poi “scopate, non studiate”. L’estremo dell’età incerta, il buio e la luce dell’adolescenza. Ogni tanto spacciano. «Mai senza di te», si scrivono l’una all’altra»
Ma come è iniziato tutto? Si legge su Giornalettismo:
“Tutto sembrava cominciato quasi per scherzo, con le foto sexi postate su un sito di annunci, “Bakekaincontrii.com”. Era la più grande e smaliziata delle due ad averle caricate. Lei che, figlia di benestanti, era in lotta con la madre. A 12 anni aveva già avuto il primo rapporto sessuale ed era arrivata a picchiare il genitore, minacciandola: «Ti mando i miei amici cocainomani a sgozzarti, ti brucio i vestiti, ti sgozzo con le mie mani». Pian piano lei e l’amica, che aveva accettato di seguirla in questa storia fatta di stupefacenti, sesso e sfruttatori, erano entrate in un giro di prostituzione reale, cominciando a fare soldi. Con guadagni che potevano raggiungere anche trecento euro a prestazione. In generale, invece, erano tra i cinque e i sei i clienti al giorno, circa 600 euro da dividere con quattro sfruttatori, che trattenevano parte dei profitti”.
Secondo le indagini le due ragazze, al termine della scuola, si recavano quasi ogni pomeriggio nell’appartamento in affitto ai Parioli per prostituirsi, utilizzando i soldi guadagnati anche per consumo di cocaina:
“Le indagini sono iniziate a maggio, dopo la denuncia della madre della 14enne, sconvolta dalla trasformazione della figlia, diventata intrattabile. Aveva deciso di fare seguire la ragazza da un investigatore privato. Intanto i clienti aumentavano e le ragazze piacevano. Nei primi di giorni di ottobre uno degli sfruttatori aveva capito come le due teenager potevano trasformarsi in un vero business: «Ste due stronze mi fanno guadagnare 600 euro al giorno», spiega il 3 ottobre al telefono con un’amica alla quale chiede aiuto per trovare un appartamento in cui farle ricevere i clienti. Quello poi individuato proprio nel quartiere chic dei Parioli. C’erano giorni in cui – ha spiegato Repubblica – le due ragazze si lamentavano e non volevano lavorare: era allora che il loro “pappone” andava su tutte le furie. «Adesso devi farti questo obbligatoriamente perché te sta a porta’ 250euro di cui una piotta e mezza (150 euro, ndr) è mia perché sto a paga’ io casa»”.
Dopo il blitz contro gli sfruttatori, ora gli atti arriveranno al Tribunale dei minori:
“Sarà questo a dover valutare la posizione delle due ragazzine. Dopo la difesa della più piccola, che ha accusato la madre e la 15enne di averla costretta, c’è la possibilità che quest’ultima venga accusata proprio di aver indotto l’amica a prostituirsi. Lei però ha negato di fronte agli inquirenti: «Nessuno ci ha mai costretto, facevamo tutto in modo volontario»”.