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Babycall di P. Sletaune

Creato il 31 agosto 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Pubblicato il 31 agosto 2012 con Nessun Commento

Anna e il figlio Anders fuggono da un passato traumatico: un marito e un padre violento che ha provato ad ucciderli. Con l’aiuto dell’assistenza sociale trovano un appartamento in affitto in un grande palazzo grigio e asettico, dove vivono numerose famiglie sullo sfondo della cupa, fredda e apatica Oslo. Anna è vittima di continua ansia e preoccupazione per l’incolumità del figlio, che tiene quasi segregato in casa e sempre in sua compagnia. La giovane madre, alla ricerca disperata di normalità, ritrova un po’ di serenità grazie all’incontro con Helge, commesso di un negozio di elettronica conosciuto sull’autobus; l’uomo, a sua volta travolto da una disgrazia familiare in corso, accoglie la fragilità ed il dolore di Anna e stringe con lei un rapporto di amicizia e confidenza. Anna, sicura di essere pedinata e terrorizzata dall’idea che il marito possa ritrovarli, compra, nel negozio dove lavora Helge, un babyphone, un dispositivo senza fili che permette di sorvegliare i bambini ascoltandone la voce anche quando si trovano in un’altra stanza. Anna può, quindi, controllare in ogni momento il figlio e sentirlo mentre dorme nella stanza accanto. Una notte il babycall intercetta le grida terrorizzate di un bambino, che Anna ben presto comprende non essere Anders; la donna intuisce che in una delle abitazioni vicine alla sua si sta commettendo un altro abuso o violenza su minori, simile a quella capitata a suo figlio e si improvvisa detective. L’investigazione, funestata da inquietanti episodi, darà esiti sconvolgenti avviando un viaggio ai confini della realtà, la cui percezione andrà deformandosi ogni giorno di più. La fine di un incubo, che non è altro che il dramma della solitudine di Anna, sfocerà nell’orrore generato dalle conseguenze di un dolore troppo forte da sopportare.

Babycall”, thriller/horror dai risvolti psicologici diretto da Pal Sletaune, è un film dal ritmo lento e senza colpi di scena reali. La pellicola scava nella psicologia dell’unica protagonista, Noomi Rapace, la quale risulta intrappolata nel suo personaggio senza riuscire a creare un effettivo disagio ed un reale terrore. Il racconto è apatico e piatto, il finale prevedibile e la storia non ha nulla di nuovo, anche perché la macchina da presa si muove con movimenti scolastici e affatto innovativi. Il risultato è un horror che non fa paura, un thriller che non crea ansia, nonostante la buona fotografia e l’ottima scelta delle location, fredde e minimali.

Babycall vi aspetta al cinema a partire dal 31 agosto 2012

di Alessandro Burgio

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