Magazine Diario personale

Baciamo le mani

Da Mizaar

guttusoDi primo acchito quando lo vedi dire assurdità con la verve dell’ex alunno ipercinetico diventato, ormai e ahimè adulto, d’aspetto ma con lo stesso cervello di una volta, quando lo vedi così ti chiedi: Ma ci è o ci fa? Di sicuro uno che blatera al vento palermitano sulla mafia come se avesse svolto un compito in classe da bambino ipercinetico e cretino, quei ragazzini che quando gli assegni un tema vanno sempre fuori traccia oppure trovano il modo di raccontare le chiacchiere che sentono da compare Turiddu, allora ti viene il sospetto, ma neppure tanto, che è profondamente convinto delle scempiaggini che mette in voce, chè le scempiaggini fanno audience e più sono grosse e grasse come l’aspetto di chi le proferisce e più diventano credibili e interessanti e solleticano commenti: Ma vuoi vedere che ha ragione? Siamo all’aberrazione se un ipercinetico e con l’aggravante del vastaso – così si dice dalle mie parti quando uno non si comporta civilmente in società  – tuona dall’alto di un palco

«La mafia è stata corrotta dalla finanza, prima aveva una sua condotta morale e non scioglieva i bambini nell’acido. Non c’è differenza tra un uomo d’affari e un mafioso, fanno entrambi affari: ma il mafioso si condanna e un uomo d’affari no»

Giusto per chiarire, signor Giuseppe Grillo sedicente Beppe, di gente condannata gradirei vedere sia gli uomini d’affari che evadono e corrompono, ma anche e soprattutto i mafiosi che con molti uomini d’affari fanno intrallazzi e in sovrappiù, visto che ci siamo, anche quei politici che si sostengono con i voti dei mafiosi, magari anche quelli che ai mafiosi strizzano l’occhio dall’alto di un palco di Palermo.


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