Magazine Maternità

Bagagli e veterinari.

Da Mafalda1980 @mafalda1980
Innanzitutto buon Agosto a tutti!
I miei buoni propositi di sabato, soprattutto quelli riguardanti le valigie, sono andati a farsi benedire.
Abbiamo pulito casa e fatto la spesa, ho fatto le lavatrici, ma non ho neppure iniziato a radunare le quarantasette unità di bagaglio previste. In compenso la lista-mare sta diventando sempre più chilometrica. Non ho idea di come faremo a far stare tutto in macchina: è IlMioAmore a giocare a Tetris coi bagagli, ma saranno le prime vacanze a tre e il numero delle cose da portare ovviamente lievita. Sto seriamente pensando di viaggiare legata sul tetto, con la lingua penzoloni, in perfetto stile Pimpa.
Dovremo invocare il potere di Iketà: trattasi di una crasi tra Ikebana, Ikea e un altro termine inventato da me. Occorre una digressione per spiegarlo.
Era il 2004, IlMioAmore ed io stavamo insieme da meno di un mese e ci accingevamo ad affrontare le prime vacanze insieme, che avremmo trascorso in campeggio. Sapendo che non ci ero abituata e volendo offrirmi la migliore sistemazione possibile, lui caricò l'auto all'inverosimile di attrezzature varie, tra le quali un gazebo 5x5 metri. Proprio il gazebo, che era stato posizionato in mezzo a tutto, dopo una brusca frenata, venne scagliato come un proiettile in mezzo alle nostre teste, mancandoci di dieci centimetri. Io esclamai Iketà!, e comprendo adesso come questo episodio possa far ridere solo noi, quindi era superfluo. Bella storia, Hansel!
Bagagli a parte, ieri sono tornati dalla casa al mare i nonni paterni, che la Purulla non vedeva da più di un mese: non solo li ha riconosciuti, ma ha manifestato tutto il suo entusiasmo. C'è mancato poco che dicesse loro "Bentornati"!
Oggi ho dovuto portare Attila dal veterinario: la notte tra venerdì e sabato era rientrato alle 3 (di solito torna a casa prima di mezzanotte), ieri sera accarezzandolo ho sentito un bozzo e ho pensato che fosse stato morso e si fosse formato un ascesso.
Qui a Vicenza ci sono varie cliniche veterinarie aperte 24 ore su 24; per comodità lo portiamo ancora a quella vicina alla nostra vecchia casa, dove Attila ha iniziato a vivere con noi. Non c'era il solito dottore, probabilmente in ferie. Ci ha accolto una bimba che indossava un camice. Non è riuscita a misurargli la febbre nè a fargli l'iniezione di antibiotico (la mia diagnosi era esatta): siamo usciti con Attila inca..ato come una iena, con la siringa di antibiotico in mano e una ricettina per l'antibiotico in pastiglie.
Ora, io mi immagino il veterinario tipo che si tira su le maniche, fa perno sulle gambe, prende il puledro o il vitellino nascituro di turno per le zampe e lo tira fuori. Immagine poco poetica, forse.
Ma una a cui trema il cuore a fare un'iniezione a un gatto e cerca prima di "farci amicizia" (testuale), secondo me ha sbagliato mestiere.

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