Come al solito è casino elettorale, e non abbiamo ancora votato tutti. Le amministrative dovevano essere un sondaggio in realtà politico su quanto ancora si potesse tirare la corda, approfittarsi della pazienza degli italiani. I risultati non hanno fatto esattamente piacere a tutti. Ma non voglio parlare di chi ha vinto o perso, voglio dire Mabasta al sistema elettorale. Il ballottaggio, che incubo. Oltre ad essere, come suggerisce la parola, un a grande rottura di balle, è un trucco ingegnoso per fregare il voto popolare. La storia della maggioranza, dei consensi che superino il 50% è per me una scusa bella e buona, ormai intollerabile. E’ il modo migliore per cercare di aggiustare le cose se quello che è venuto fuori dalle urne non piace. Un paio di candidati per cui votare di nuovo, che però si alleano in corsa con questo o quell’altro, per raccattare ancora un po’ di percentuale, poco importa se prima si infilavano le dita negli occhi coi possessori dei voti dispersi. Per quindici giorni tutti leccano le chiappe a qualcuno per sgraffignargli l’elettorato. Ma perché se una persona ha votato per sua nonna, che si è candidata sindaco appoggiata dal club delle bocce e del bridge, dovrebbe votare, al ballottaggio, per un candidato vero che però non sopporta? Ci sono percentuali minime, ridicole, una piccola emorragia di voti di protesta, gettati al vento. Ed ora tutti intenti a raccoglierli prima che finiscano in mare, prima del secondo turno. Per non parlare del terzo polo, 5 stelle, palla 8 in buca d’angolo, e altri partiti con numeri a vanvera. Inoltre questo altro giro di elezioni ci costa un occhio della testa: nuove schede da stampare, scrutinatori da pagare, seggi da allestire: chissà chi paga! E comunque, secondo me, sarebbe meglio un sistema in cui chi vince vince, al primo giro. Perché il popolo ha deciso così. La gente a Milano ha trovato indecenti il naso lungo e le gambe corte della Moratti, e ha scelto Pisapia. Invece la legge elettorale vuole dare una mano al perdente, dandogli il tempo di allearsi con chi ha preso più voti dopo i primi due, magari riuscendo a ribaltare il risultato già scrutinato. E’ giusto? Non credo proprio. Ho scelto come esempio Moratti e Pisapia, ma per me vale per chiunque. La democrazia, in Italia, è sempre un’opinione.
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Come al solito è casino elettorale, e non abbiamo ancora votato tutti. Le amministrative dovevano essere un sondaggio in realtà politico su quanto ancora si potesse tirare la corda, approfittarsi della pazienza degli italiani. I risultati non hanno fatto esattamente piacere a tutti. Ma non voglio parlare di chi ha vinto o perso, voglio dire Mabasta al sistema elettorale. Il ballottaggio, che incubo. Oltre ad essere, come suggerisce la parola, un a grande rottura di balle, è un trucco ingegnoso per fregare il voto popolare. La storia della maggioranza, dei consensi che superino il 50% è per me una scusa bella e buona, ormai intollerabile. E’ il modo migliore per cercare di aggiustare le cose se quello che è venuto fuori dalle urne non piace. Un paio di candidati per cui votare di nuovo, che però si alleano in corsa con questo o quell’altro, per raccattare ancora un po’ di percentuale, poco importa se prima si infilavano le dita negli occhi coi possessori dei voti dispersi. Per quindici giorni tutti leccano le chiappe a qualcuno per sgraffignargli l’elettorato. Ma perché se una persona ha votato per sua nonna, che si è candidata sindaco appoggiata dal club delle bocce e del bridge, dovrebbe votare, al ballottaggio, per un candidato vero che però non sopporta? Ci sono percentuali minime, ridicole, una piccola emorragia di voti di protesta, gettati al vento. Ed ora tutti intenti a raccoglierli prima che finiscano in mare, prima del secondo turno. Per non parlare del terzo polo, 5 stelle, palla 8 in buca d’angolo, e altri partiti con numeri a vanvera. Inoltre questo altro giro di elezioni ci costa un occhio della testa: nuove schede da stampare, scrutinatori da pagare, seggi da allestire: chissà chi paga! E comunque, secondo me, sarebbe meglio un sistema in cui chi vince vince, al primo giro. Perché il popolo ha deciso così. La gente a Milano ha trovato indecenti il naso lungo e le gambe corte della Moratti, e ha scelto Pisapia. Invece la legge elettorale vuole dare una mano al perdente, dandogli il tempo di allearsi con chi ha preso più voti dopo i primi due, magari riuscendo a ribaltare il risultato già scrutinato. E’ giusto? Non credo proprio. Ho scelto come esempio Moratti e Pisapia, ma per me vale per chiunque. La democrazia, in Italia, è sempre un’opinione.
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