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#Balotelli: simbolo anti-razzista nell'Italia delle etichette
Creato il 24 maggio 2013 da Intervistato @intervistatoPersonaggi che diventano simbolo, consapevolmente o inconsapevolmente, di qualcosa di più ampio che rischia di ridursi, personalizzarsi, perdere valore. I buu razzisti fanno male, ma non solo quando a riceverli è il calciatore Mario Balotelli. Parlare della mafia è un obbligo, un dovere (a mio avviso dovrebbe essere istituito un programma su mafia e antimafia già dalle scuole elementari) ma non solo quando a scriverne è Roberto Saviano. E fare giustizia di uno dei disastri più gravi degli ultimi anni, e cioè la nave Costa Concordia naufragata all’Isola del Giglio, in Toscana, è una necessità ma non deve diventare notizia solo quando si parla dell’ex comandante Francesco Schettino.
Sono solo tre esempi, tre nomi tra tanti. Tre etichette di cui l’Italia, però, non sembra poter fare a meno. Ed è così che nei giorni subito dopo il naufragio della nave, che il 13 gennaio 2012 ha provocato 32 vittime innocenti e che tuttora giace al largo della piccola isola toscana, è subito nata la contrapposizione. Schettino il cattivo contro De Falco (l’uomo del “Vada a bordo, cazzo!”) diventato l’eroe di turno. Non una novità, ma un modo di vedere il mondo. Così in politica non si vota per il Pdl ma per Berlusconi, non per il Movimento 5 Stelle ma per Grillo. Il Paese ha bisogno di simboli a cui aggrapparsi, creare dicotomie a cui rifarsi. Paralizzarsi su opposizioni che rischiano, però, solo di creare falsi modelli, falsi miti che spostano l’attenzione dal problema più ampio.
Prendiamo Balotelli, ad esempio, diventato il simbolo della lotta al razzismo. Giusto, giustissimo lasciare il campo quando si è sommersi dai buu razzisti. Ed è giusta anche la presa di posizione del ministro per l’integrazione Cecile Kyenge che, dopo i fatti di Firenze dove il Milan è stato contestato alla stazione di Campo di Marte dopo la partita vinta contro il Siena il calciatore del Milan aveva ricevuto, da parte di alcuni tifosi, degli insulti con ululati razzisti: “Non tutti i cori sono razzismo - ha detto il ministro - bisogna essere lucidi per capire quando si parla di razzismo, quando di sport e di una sconfitta sportiva, quando di altre motivazioni".
E’ giusto, quindi, valutare caso per caso per evitare personalismi. E per evitare prese di posizione come quella del tecnico boemo Zdenek Zeman: "Chi fa questi gesti è gente sciocca che si scarica così, però ripeto che per me non è razzismo, è sciocchezza, certa gente non sa nemmeno cosa sia il razzismo" - ha affermato Zeman - "Certamente i comportamenti di Balotelli non sono sempre da esempio, nè per i giovani nè per i vecchi, e ciò influisce".
Un ragionamento, però, sbagliato su più fronti. Il razzismo è figlio dell’ignoranza, della “sciocchezza” e affermare che Balotelli in qualche modo è un provocatore è un grave errore. Per dirla con le parole di Cesare Prandelli, l’allenatore della Nazionale italiana, “è come dire che le donne subiscono violenza perché molte se la vanno a cercare”.
Gerardo Adinolfi | @gerryadi
Balotelli the anti-racism symbol in the Italy of labels
Balotelli-racism, Saviano-mafia, Schettino-Concordia. The list of labels could go on forever.
Characters who become symbols, whether with awareness or not, of something that's much bigger and that risks to shrink, personalize, lose value. The racist booing hurts, but not only when the one receiving it is soccer player Mario Bbalotelli. Talking about mafia is a must (I believe a program about mafia and antimafia should be instituted since elementary school) but not only when the one writing about it is Roberto Saviano. And making justice out of one of the most devastating disasters of the last years, when the Costa Concordia sunk in front of the Giglio island in Tuscany, is a necessity - but it mustn't become news only when talking about ex commander Francesco Schettino.
These are three examples, three names among many. Three labels that Italy doesn't seem to be able to get rid of. And that's how in the days right after the Concordia shipwreck, which on January the 13th 2012 has caused 32 innocent victims and that is still laying on its side just next to the small Tuscany island, the counterposition was instantly created. Schettino the bad gu against De Falco, who has become the hero. Not something new, but a way of seeing the world. Like in politics, you don't vote for PDL but for Bberlusconi, not for the M5S but for Grillo. The country needs symbols to cling on, create dychotomies for safety. Paralizing on oppositions that risk to create false models, false myths that shift attention from the bigger problem.
Let's take Balotelli, for example, the man who has become the symbol of the fight against racism. Right, very right to leave the field when you're overwhelmed by racist booing. And Cecile Kyenge's position after the Florence facts where the Milan has been contested at the Campo di Marte train station after the game won against Siena, the Milan soccer player had received insults with racist shouts: "Not all shouts are racist - the minister has said - you must be very clear in understanding when you talk about racism, when about sports and when about a sports defeat, or other reasons." It's right to evaluate case by case to avoid personalisms. And to avoid positions like the one of technician Zdenek Zeman: "Who does these things are stupid people who relax like this, it's not racism for me, it's stupidity, some people don't even know what racism is" - Zeman stated - "Of course Balotelli's behavior is not always an example, not for young people nor for older people, and that is influential".
A reasoning that is wrong on more than one level. Racism is son of ignorance, of "stupidity" and stating that Balotelli is somewhat of a provocator is a big mistake. To say it with Cesare Prandelli's words, the trainer of the Italian National team, "it's like saying that women are victims of violence because many of them are looking for it".
Gerardo Adinolfi | @gerryadi
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