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Baratro rimandato?

Creato il 12 luglio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Sono state pure montagne russe per tutte le borse europee e per i mercati dei titoli di Stato. Una ondata apparentemente incessante di vendite in apertura, proveniente da fondi pensione e investitori istituzionali europei e giapponesi, che ha aumentato in un niente lo spread tra il valore dei Btp e dei Bund al livello massimo mai raggiunto di 347 punti base. Tale soglia che non si vedeva dagli anni ’90, ai tempi dell’altro baratro e della patrimoniale.

Allo stesso tempo sprofondavano le borse: Piazza Affari in pochi minuti scivolava a meno 4% con i titoli bancari bersagliati dalle vendite e sospesi al ribasso con perdite tra il 5 e il 7% per Unicredit, Intesa, Mps, Ubi, ma anche Generali e Fonsai.  Succedeva lo stesso in Spagna ma con intensità leggermente minore, mentre i listini di Francoforte e Parigi lasciavano sul terreno più del 2%. Miracolosamente, tra le 9,30 e le 10, si materializzava l’inversione di tendenza probabilmente grazie a interventi della Bce sul mercato dei titoli di Stato italiani e spagnoli.

Il giro di boa si rende palese con l’asta Bot italiana: 6,7 miliardi di titoli di stato a un anno venivano ampiamente sottoscritti seppur con rendimenti in forte ascesa, dal 2,5-2,8% previsto al 3,67%. Ma tanto bastava a riportare un po’ di calma sui mercati, grazie anche alle dichiarazioni che cominciavano ad arrivare da Roma dopo una giornata intera di silenzi. Nel frattempo il presidente del Senato, Renato Schifani, annunciava un’intesa per il voto definitivo sulla manovra finanziaria entro giovedì, quindi il premier Silvio Berlusconi ammetteva la difficoltà del momento e assicurava la coesione della compagine di governo e il sostegno della Ue.

Nel pomeriggio la situazione è migliorata ulteriormente con le dichiarazioni di Van Rompuy che ha annunciato un possibile incontro dei capi di stato e di governo per venerdì, nella speranza di arrivare a una soluzione condivisa per il problema Grecia. Nel mentre Wall Street apriva in leggero ribasso contrariamente alle indicazioni della mattinata e prendeva slancio sulla notizia del buy back da 5 miliardi di dollari annunciato dalla News Corp di Rupert Murdoch.

E così ciò che a inizio giornata era sembrato l’anticamera del disastro a fine pomeriggio si è trasformato in un tripudio per Piazza Affari, unica borsa europea a chiudere con un rialzo dell’1,18%. Risultato migliore di tutte le borse d’Europa: Londra ha finito a meno 1,02%, Parigi a meno 0,98% e Francoforte con un meno 0,78%. A sostenere il rimbalzo i titoli delle banche, che pesano di più sul listino italiano: Unicredit ha guadagnato oltre il 5%, Bpm addirittura il 7,3%, Intesa Sanpaolo è rimbalzata di oltre il 3%. Anche il differenziale fra i titoli di stato itaiani e tedeschi riscendeva fino a quota 285 punti.

Tuttavia la situazione è ben lontana dalla stabilità, secondo la mia opinione non è finita, sento ancora puzza di guai. Una cosa è chiara: oltre a dover sistemare i nostri politici, un giorno non molto lontano dovremo curarci davvero delle persone che per pura speculazione fanno fallire, o almeno mettere in difficoltà vari paesi tramite le loro “agenzie di rating”. Rating, valutazione che non ha senso visto che non è fatta da enti terzi, ma dalle banche più grandi e potenti al mondo, e certe volte non potete davvero immaginare dove stiano i soldi in questo momento. Dico questo perché pensiate oltre allo stereotipo “America-cattiva”, a chi pensate gli americani debbano i soldi del loro debito pubblico? Girate il vostro MP3 e credo avrete la risposta.


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