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Barcelona de mi corazón

Da Davideciaccia @FailCaffe

Studentessa in Erasmus ed agguerrita esploratrice della città, Camilla ci mostra i suoi angoli prediletti della capitale catalana che non smetterà mai di affascinare e conquistare.

di Camilla Cupelli

Palau güell

Palau güell

Il mio primo approccio con la capitale catalana fu la Diada de Catalunya, e non fu affatto semplice. Il 12 settembre di ogni anno, a Barcellona si ricorda la battaglia in cui la Catalogna perse l’indipendenza, per richiedere con forza i diritti ormai persi da tempo e solo in parte riconquistati. In balia di un calore strepitoso, centinaia di migliaia di persone scendono in piazza per ribadire che non si sentono spagnoli: lo scorso anno, il 12 settembre 2012, la manifestazione si presentò come la più imponente di sempre. I toni tra il presidente della Generalitat de Catalunya, Artur Mas i Gavarrò, ed il presidente della Spagna, Antoni Rajoy, si erano accesi, e le richieste di indipendenza si erano fatte più pressanti.

Per gli stranieri non è tutto così immediato. Se siete semplici turisti, non sarà difficile farvi capire tra inglese, spagnolo e italiano, ma se progettate di fermarvi più a lungo qualche parola di catalano dovrete impararla per forza. Il catalano è lingua ufficiale insieme allo spagnolo, ed è la prima con la quale un indigeno catalano vi si rivolge, sempre. Non ho mai sentito nessuno, in mesi di permanenza, salutarmi in modo diverso da Adeu, l’adios catalano. Ma questo non impedisce di scovare nella capitale luoghi stupendi, dove superare con facilità l’ostacolo linguistico.

I quartieri di Barcellona ne fanno un po’ una seconda Berlino: il centro esiste, certo, ma non significa che i quartieri periferici siano degradati, tutt’altro. Se nell’Eixample trovate la maggioranza delle attrazioni turistiche principali e più note, ovvero la Sagrada Familia, le diverse case di Gaudì, l’Arena, la Font Magica e così via, altri quartieri offrono bellezze inaspettate. Quello che riguarda le attrattive maggiori, effettivamente di rara bellezza, si trova su qualunque guida internazionale, ma non è lì che si esaurisce la bellezza della città.

Innanzitutto ricordiamo un paio di quartieri, il Raval ed il Barri Gotic, separati solo dalla famosa Rambla: le due zone che includono la città vecchia sono tra le più speciali della capitale catalana. Nel Barri Gotic si può vagare tra vicoli, a volte anche ciechi, tra i quali spuntano qua e là piccole chiese ed angoli speciali. Sopra tutto questo svettano le guglie della Catedral del Mar, tra le più speciali della Catalogna. Se vi trovate da queste parti, inoltre, non potete rinunciare ad addentrarvi tra le piccole osterie della zona, ed in particolare non potete perdervi il Bar Celta Pulperia, una vera chicca in fatto di pesce. Non fatevi spaventare dalle tovaglie di carta a quadri e dalla convivialità dell’oste, il pulpo gallego non ha eguali.

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Se invece volete scoprire il vero cuore di Barcellona dovete addentrarvi nel Raval, il quartiere con la storia più malfamata di Barcellona, secondo solo, forse, alla vecchia Barceloneta. Tra queste due zone, in parte rivalutate dopo le Olimpiadi (con la costruzione di edifici e sculture di dubbia utilità e dubbio gusto), si estende la maggioranza dei locali dove spendere le serate barcellonesi. Se vi interessano le discoteche, in riva al mare se ne trovano a bizzeffe, ma i consigli di un’allergica alla discodance non vi sarebbero utili. Se invece cercate qualcosa di più curioso, addentratevi nei locali più piccoli e strani che vi troverete davanti: tra questi, il famoso Bar di Manu Chao (sì, potrebbe capitare di incontrarlo, ma forse è una leggenda), ovvero il Mariatchi, regala allegria e buoni drink. Ovviamente bisogna sempre tenere conto del fatto che in Spagna i cocktail sono perlopiù un miraggio: bere birra è l’attività principale, il resto è noia. E se, come me, non amate la birra, avrete delle difficoltà: oliare gli ingranaggi ad acqua è più caro che farlo a bicchieri di bionda.

Tra tutta questa zona si trovano inoltre piccoli negozietti e carretti che vendono churros y chocolate a volontà: con pochi euro si possono gustare una decina di salsiccioni dolci fritti immersi nella cioccolata. Il primo incontro con i churros non si scorda mai, ed anche se devo ammettere che non ne ho mai trovati di buoni come a Saragozza, quelli barcellonesi, per chi sa cercare, sono favolosi. Inoltre non perdetevi le tapas, di ogni genere e tipo. Ma non aspettatevi che, come in Andalusia, siano gratuite: anche se poco, si pagano tutte.

Se invece volete spostarvi dalla zona più visitata della Catalogna, dirigetevi verso Grácia. Resta comunque un quartiere noto, perché qui si estende lo straordinario Parc Güell, opera di Gaudì, dove potrete perdervi per una giornata intera sostando all’ombra delle frasche, entrando nelle casette alla Hansel e Gretel o scarpinando fino alla cima più alta. Ma se alla sera avete voglia di fare due passi, il quartiere merita una capatina. Certo, forse il portafogli si svuoterà più velocemente che nel Raval, perché il radical chic è d’obbligo, ma a volte ne vale la pena. Sempre qui, e nel Poble Sec, si trovano moltissimi centri sociali e culturali che vi accoglieranno a braccia aperte, a patto che non vi dichiarate anti-catalanisti.

Basket stadium

Basket stadium

Se volete rimanere verso il nord, poi, addentratevi nella zona di Sarrià, il quartiere più ricco della città, di stampo residenziale e più vicino alla località che ospita l’università che è stata la mia seconda casa, la Universitat Autonoma de Barcelona, ovvero Bellaterra. Qui, dall’angolo della mia finestrella, ho osservato per mesi lo svilupparsi della vita quotidiana in un quartiere lontano dai turisti, peraltro a torto. È proprio qui, infatti, che si trova il Palau Royal, ed è da qui che si sale verso la collina con la vista più spettacolare sulla città. Ed è sempre qui che si trovano i due stadi di basket e di calcio più spettacolari d’Europa: il Camp Nou ed il Palau Blau Grana. Godersi una partita dagli spalti di questi luoghi vale decisamente il prezzo dei biglietti. Nel quartiere si trova inoltre uno dei bar che fa le patatas bravas più buone della città: il Bar Sarrià. Dopo non programmate appuntamenti galanti, l’aglio potrebbe creare inconvenienti, ma proprio per questo potrete riempirvi di bravas come se non ci fosse un domani. Qui vivono soltanto catalani convinti, o stranieri: nessuno spagnolo. Il mio insegnante di yoga, francese, mi parlava del quartiere come del più bello del mondo, ed i miei coinquilini erano due catalani ed un giapponese, innamorati della calma della zona.

Da non dimenticare, infine, è il Montjuic: la zona dove si trova lo stadio olimpico e diverse attrezzature sportive, e sulla cui cima si trova un castello. Raggiungibile con una funivia dai prezzi eccessivi, ma anche a piedi con una breve camminata, regala tramonti mozzafiato, lasciandosi alle spalle il mare.

Montjuic

Montjuic

Ma non tutti, quando viaggiano, si fermano in una sola città, e allo che si aprano le danze! Nella zona intorno a Barcellona c’è un’ampia scelta di visite da effettuare senza allontanarsi troppo: tra queste, una delle più amate è quella a Montserrat, i giganti di pietra che formano una catena rocciosa di rara bellezza tra i quali si erge un antico monastero, da evitare nei periodi di turismo più elevato. Inoltre, potrete girare la campagna circostante la città, e spingervi ad assaggiare diversi tipi di cava nelle cantine locali, accompagnate dalle portate tipiche.

Una cosa va ammessa però: oltre agli affitti, a Barcellona ci sono altre cose care ed una di queste sono proprio le attrazioni turistiche principali. Gli ingressi negli edifici più famosi, le funivie panoramiche, i locali più in voga sono decisamente proibitivi per molti turisti, soprattutto se poi si decide di restare a lungo. Ma basta saper cercare bene e qualcosa di fantastico si trova sempre: il Palau Guell non ha molto da invidiare alla Pedrera, ma costa la metà ed è sempre di Gaudì. Il museo del cioccolato regala un pomeriggio diverso ed economico, così come la visita delle università della città, di una maestosa bellezza.

Per lasciare la città non scegliete l’aeroporto di Girona ma El Prat, più comodo, vicino e spesso economico. Ma alla fine del viaggio, non è affatto sicuro che decidiate di tornare indietro, quindi pensateci bene a prenotare anche il biglietto di ritorno.


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