Saranno state più o meno le 9,15. Ero seduto sul divano, pronto per vedere Masterchef: a fianco a me Daniela e gli amici di sempre: Tea giocava in terra, sotto di noi. Ho preso in mano il telefono, aperto l'app di Twitter come tante altre volte, cercavo a dire la verità i primi commenti dei fan di Bastianich e soci, e invece.
Come un fulmine un'immagine da un account siriano: la foto di una mamma e di un figlio, forse una figlia, colpiti da un attacco con barrel bomb. Era straziante, ragione per cui non solo non la metterò in questo post, ma non la racconterò nemmeno. E come straziante è stato l'impatto su di me: così forte, inaspettato, diretto, senza filtri, con quell'immane catastrofe che si somma a una tragedia lunga due anni - e pensare a noi, sereni e felici, a disquisire se il foie gras della prova andava cotto più o meno di come avevano fatto i concorrenti, è stato ancora più devastante.
Sono stati gli attacchi con i gas chimici, le maledette - armi chimiche - ad indignare il mondo che conta - quello nostro, quello che si siede a pancia piena e guarda programmi di cucina davanti al focolare - e fargli alzare il tiro verso quel regime bastardo di Assad. Ci siamo sdegnati come va di moda fare, abbiamo parlato di crimini contro l'umanità - come se fossero stati solo quelli di Douma, Jobar, Zamalka, Arbeen, Ein Tarma, e di quel bombardamento del 21 agosto -, abbiamo digiunato, abbiamo creduto di aver capito tutto, di scongiurare con le nostre preghiere e con le nostre sazie proteste un'altra possibile guerra. Come se tutto questo bastasse, come se la situazione fosse così basica, come se non ci fosse bisogno di un milione di riflessioni su quello che era giusto o non era giusto fare - se andare a prendere un dittatore, o se lasciare sfogo alle proteste; come se poi, quelle proteste potessero essere controllabili e non fossero fatte anche di immani drammi giornalieri, di morti, di ferite mai cicatrizzabili, di carni strappate dalle ossa.
La guerra continua: e più feroce di prima.
Dal 15 dicembre gli attacchi con gli elicotteri dell'aviazione governativa hanno prodotto più di 500 vittime ad Aleppo e provincia: oltre 150 di questi, erano bambini, come quello o quella della foto. Il dramma delle "bombe barile" forse è ancora peggiore delle armi chimiche.
Le barrel bomb sono barili di nafta - ma per confezionarle va bene qualsiasi contenitore metallico, anche un vecchio scaldabagno - riempiti di esplosivo (di solito TNT e combustibili liquidi o fertilizzanti come il nitrato di ammonio) e di ferracci ("shrapnel" si dice in gergo militare, come quelli usati dalla Raf nella Seconda Guerra Mondiale) - trucioli, bulloni, pezzi. Vengono sganciate dagli elicotteri: nei primi utilizzi la detonazione era avviata da micce accese prima dello sgancio, negli ultimi modelli è stato inserito un fusibile ad impatto. Ai danni dell'esplosione, si aggiungono quelli derivanti dal lancio di quei proiettili incandescente. Gli effetti sono mostruosi. Anche perché non esistono sistemi Jdam o Paveway per teleguidarle: colpiscono random, senza distinzione, civili o militari.
Il primo a parlarne fu Eliot Higgins sul suo blog Brown Moses nell'agosto del 2012, esaminando un video di un attacco. La Siria - e la Russia d'accordo, che ha anche rifiutato di ratificare al Consiglio di sicurezza Onu, un documento che impedisse ad Assad di procedere con l'uso di tali armamenti - avevano negato inizialmente (secondo il Consiglio nazionale siriano, invece, dall'inizio del conflitto sarebbero 20000 i morti per questo generi di attacchi, molti civili).
Dall'agosto 2012 ci sarebbero stati numerosi casi documentati di attacchi con barrel bomb: Wikipedia riporta i seguenti.
- Nel mese di agosto 2012, relazione di una bomba barile che è caduto sul quartiere Hamidiya di Homs . [ 1 ]
- Nel mese di agosto 2012, rapporto di bombe a botte che è caduto su Al-Qusayr . [ 2 ]
- Nel settembre 2012, un gran numero di persone sono state uccise e feriti quando una bomba barile fu sganciata su un quartiere residenziale di Aleppo. [ 3 ]
- Alla fine di agosto 2013, le bombe a botte sono state sganciate su almeno due zone della città, tra cui oltre un parco pubblico a Bab al-Nairab. [ 4 ]
- L'8 ottobre 2013, una bomba barile fu sganciata sul villaggio di Bizabur, Idlib, appena a sud di Ariha . [ 5 ]
- Il 30 novembre 2013, una bomba barile ha ucciso almeno 26 persone in Al Bab , Aleppo . [ 6 ] [ 7 ] [ 8 ]
- Il 1 ° dicembre 2013 una bomba barile ha ucciso almeno 20 persone in Al-Bab, Aleppo. [ 9 ] [ 10 ]
- Dal 15-24 Dicembre 2013 bombe a botte hanno ucciso più di 300 persone (e ben più di 650 persone secondo il Consiglio nazionale siriano) [ 11 ] in diversi distretti di Aleppo .[ 12 ] [ 13 ]
- Il 26 dicembre 2013 una bomba barile ha ucciso almeno 15 persone in Azaz . [ 14 ]
- Il 29 dicembre 2013 una bomba barile ha ucciso almeno 25 persone in Aleppo. [ 15 ]
- Il 7 gennaio 2014, le bombe a botte ucciso un numero imprecisato di civili nel sobborgo di Damasco o Douma . [ 16]
Human Right Watch si è più volte espressa (da leggere "La morte dal cielo", un rapporto di aprile scorso) contro l'uso delle barrel bomb, richiedendone la condanna, considerandolo un crimine di guerra, perché non discrimina tra civili e combattenti, e questo renderebbe illegittimo l'utilizzo di certi metodi.
L'escalation raggiunta da questi tipi di attacchi negli ultimi mesi del 2013 - tra il 15 e il 18 dicembre, le dozzine di attacchi avrebbero fatto registrare il picco massimo dagli inizi del conflitto - rendono necessario affrontare il problema. Con fermezza stavolta, senza dialoghi e aperture come nel caso delle armi chimiche - su cui ancora effettivamente non si è risolto granché - ma con risolutezza e responsabilità, armando di coraggio la diplomazia mondiale. Quello che Assad sta compiendo, è un autentico crimine, un assassinio permesso da burocrazie inutili (che ne rendono possibile l'utilizzo), da incertezze su equilibri delicati, che non hanno fatto altro che far raggiungere alla situazione un parossismo incontrollabile.
Spero che nel più breve tempo possibile, certe immagini siano soltanto un triste indelebile ricordo, un sacrificio terribile, un tributo lancinante: sarebbe davvero intollerabile vederne di nuove.