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Basta con le classificazioni umane

Creato il 20 marzo 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Basta con le classificazioni umaneEnrico Mentana è disorientato, la funzione del telegiornale è quella di informare e dare priorità alle notizie che accadono durante la giornata. “Ci sono giornate in cui il nostro lavoro si sostanzia di più, qual’è il fatto prevalente? Le ore decisive per la nostra riforma del mercato del lavoro oppure quella raccapricciante dove il movente razzista ha seminato morte?

Basta con le classificazioni umane
Mio malgrado, opto per la seconda.  Vorrei non ascoltare più simili notizie, vorrei che non ci fosse un presente cupo e un futuro minaccioso. Il ventre razzista umano ha partorito un’altra strage. Ore 8 del mattino, l’umanità riprende a svolgere la quotidianità e i bimbi entrano nelle aule, ma quelli della scuola ebraica di Tolosa si sono trovati difronte un killer che ha cominciato a sparare.

E’ solo l’ultima follia di un maniaco pronto a tutto e  che ha già ucciso in nome dell’antisemitismo e quando si semina morte in nome di una classificazione umana tutte le altre notizie  scalano e si ridimensionano.  La Francia è sotto  choc e il  presidente ha decretato lo stato di massima allerta. Il livello “scarlatto” del piano antiterrorismo è attivato. Si cerca il killer che sa colpire con freddezza in nome della classificazione umana.  Ancora una volta distinguiamo tra buoni e cattivi, ovvero tra bianchi e neri, tra ebrei e cattolici, tra meridionali e settentrionali.

Le classificazioni sono i gradini che indicano la direzione della violenza che la genera. Le classificazioni servono a stabilire chi deve soffrire o morire prima. Le classificazioni sono le giustificazioni necessarie perché questo avvenga senza rimorso, per una buona ragione e in nome del miglioramento della razza bisognerebbe distruggere almeno una buona metà della popolazione.

Basta con le classificazioni umane
Un desiderio criminale che associa un’idea contorta che  si ripete continuamente, che non trova pace e accende di continuo la luce di follie inferocite. Occorre andare più a fondo e individuare tutte e tutti insieme come si è costruito nel tempo il clima che rende ancora possibile l’esplodere della violenza razzista alle soglie del ventunesimo secolo e dopo un passato storico così pesante. Bisogna interrogarci su come siano stati dati spazi, per disattenzione e/o per complicità, ai rigurgiti nazi-fascisti e quale ruolo abbiano avuto in questa escalation non solo i veleni sparsi dalle forze “imprenditrici” del razzismo, ma anche gli atti istituzionali che, a livello nazionale e locale, hanno creato, in nome dell’ordine e della sicurezza, discriminazioni e ingiustizie.

Bisogna alzare il livello di attenzione  e mettere in guardia riguardo la saldatura pericolosa che  anche in Italia si è realizzata fra il razzismo istituzionale e quello popolare, grazie all’opera “pedagogica” svolta dalla Lega Nord nonché da governanti e amministratori di ogni tendenza, con l’attiva complicità di buona parte dei media e la connivenza, esplicita o implicita, di alcune élite. Oggi appare evidente come il cumulo di pacchetti-sicurezza, leggi e norme tesi a discriminare, inferiorizzare, perseguitare immigrati e rom abbia ottenuto anche il suo secondo scopo:   armare la mano di killer razzisti.

Con l’avanzare della crisi, della disoccupazione e dell’impoverimento di massa, della disgregazione sociale e del rancore collettivo che diviene razzismo, ne vedremo sempre di più. A meno che il conflitto sociale non imbocchi la strada giusta della lotta contro i poteri finanziari ed economici responsabili di una tale catastrofe e contro i loro comitati d’affari insediati nelle istituzioni. Si rende necessario l’impegno di tutte e tutti per cambiare strada, intervenendo sul piano culturale e della formazione del senso comune, promuovendo il rispetto della dignità di ogni persona.

Basta con le classificazioni umane
Bisogna che tutte le energie positive, che credono nella costruzione  di un Paese della convivenza e della solidarietà, si mobilitino unite per fare barriera contro l’inciviltà, il razzismo, l’intolleranza.


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